4 ottobre 2024
Aggiornato 13:30
Lotta alla criminalità

Gela, scongiurata guerra di mafia

Tre persone legate a Cosa Nostra di Gela, sono state arrestate dalla squadra mobile di Caltanissetta. Nel corso dell'operazione sequestrate armi e munizioni.

GELA - Tre persone legate a Cosa Nostra di Gela, sono state arrestate dalla squadra mobile di Caltanissetta, che in questo modo ha scongiurato una guerra interna alla famiglia Rinzivillo finalizzata alla conquista dei ruoli di vertice. Le accuse, a vario titolo, nei confronti dei tre sono di associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga.

Tra gli arrestati c'è anche un ex collaboratore di giustizia, che rientrato a Gela all'inizio dello scorso mese di maggio, avrebbe tentato, con la complicità di un suo fedelissimo, di riprendere la leadership del clan, nel frattempo occupata da un proprio nipote.

E' stata denominata «Fabula» l'operazione antimafia eseguita in nottata dalla squadra mobile di Caltanissetta, su ordine della Dda nissena, che ha portato all'arresto di tre esponenti di vertice della famiglia Rinzivillo di Cosa Nostra gelese, prevenendo l'esplosione di una guerra interna per la conquista della leadership del clan.

In manette, nell'operazione sono finiti l'attuale reggente della cosca mafiosa, Davide Pardo, di 33 anni, per lo zio, Roberto Di Stefano, di 46 anni, ex collaboratore di giustizia, e Nicolò Piero Cassarà, di 47 anni, fedelissimo del Di Stefano, tutti di Gela. Rientrato a Gela dopo un periodo di falso pentimento, Di Stefano aveva riavviato la «scalata» al vertice della cosca, nel frattempo mantenuto dal nipote. Avrebbe quindi messo in piedi un suo gruppo per riprendere il posto di comando, dichiarando guerra a Pardo, con il quale aveva rotto ogni rapporto.

Nel corso delle indagini della squadra mobile è emerso che Cassarà, sceglieva come vittime «imprenditori gelesi che avevano conti da saldare» con la giustizia. Nel corso delle perquisizioni, gli agenti hanno trovato armi e munizioni, nascoste sul tetto di una casa.