18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Tv pubblica

Anzaldi (Pd): la riforma Rai non dovrà nascere solo in Parlamento

Il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai: "Fuori la politica significa che il nuovo sistema deve nascere innanzitutto con le idee di chi conosce bene la Rai. I volti simbolo della tv pubblica, presenti e passati, facciano le loro proposte, espongano le loro idee, diano il loro contributo"

ROMA - "La riforma della Rai non dovrà nascere solo nelle aule parlamentari. Fuori la politica dalla Rai significa che il nuovo sistema deve nascere innanzitutto con le idee di chi conosce bene la Rai. I volti simbolo della tv pubblica, presenti e passati, facciano le loro proposte, espongano le loro idee, diano il loro contributo". E' quanto scrive il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, in un intervento sull'Huffington Post.

TUTTI I NOMI DI ANZALDI - "Credo che persone come Michele Santoro - spiega Anzaldi - Oliviero Beha, Carlo Freccero, Nino Rizzo Nervo, Lucia Annunziata, Enrico Mentana, Lilli Gruber, Marcello Sorgi, Gianni Riotta, Gianni Minoli, Pippo Baudo, Pif, Gad Lerner, Enrico Deaglio, Mauro Parissone, Antonio Campo Dall'Orto, Gianni Minà, Maurizio Costanzo, Angelo Guglielmi, Paolo Ruffini, solo per citarne alcuni, potrebbero dare dei contributi fondamentali per rinnovare la Rai. Si tratta di grandi protagonisti della tv, che conoscono da vicino la Rai e hanno vissuto dall'interno le dinamiche del servizio pubblico. Cambiare la Rai significa, intanto, partire da chi sa di tv e ha dimostrato di saperla fare bene".

LA PALLACORDA RAI - "Si potrebbe creare una sorta di 'Pallacorda' della Rai - aggiunge Anzaldi - con i protagonisti presenti e passati della tv, per mettere sul tappeto tutte le questioni rilevanti e arrivare ad una bozza di lavoro da consegnare al Parlamento. Una sede dalla quale possano uscire valutazioni serie e plurali, tecnicamente valide e realizzabili, che rappresentino la base della discussione parlamentare. Il nuovo servizio pubblico non potrà e non dovrà nascere dal parto dei burocrati, che magari il televisore del salotto di casa non lo accendono mai".