4 novembre 2025
Aggiornato 21:00
Emergenza rifiuti Roma

10 proposte per liberare Roma dalla dittatura delle discariche

Perché «Roma può e deve uscire dalla dittatura delle discariche, una soluzione al caos immondizia che regna nella Capitale c'è e Legambiente la articola in 10 proposte che Roma Capitale può mettere in campo per dare un volto nuovo e pulito alla gestione dei rifiuti»

ROMA - Legambiente ha presentato oggi le su 10 proposte «per liberare Roma e il Lazio dalla dittatura delle discariche». Perché «Roma può e deve uscire dalla dittatura delle discariche, una soluzione al caos immondizia che regna nella Capitale c'è e Legambiente la articola in 10 proposte che Roma Capitale può mettere in campo per dare un volto nuovo e pulito alla gestione dei rifiuti». È questo il senso della conferenza cittadina «Fuori dalla palude del sistema Malagrotta» organizzata da Legambiente Lazio.

Innanzitutto «Roma ha bisogno di una raccolta differenziata porta a porta secco-umido in tutta la città». Per Legambiente il modello a cassonetto va superato e abbandonato, e servono investimenti per diffondere il sistema domiciliare in tutta la città con un forte coinvolgimento dei cittadini. Inoltre «se sono stati firmati contratti per l'acquisto dei cassonetti della tradizionale raccolta stradale si valuti la rescissione del contratto per evitare di ingessare su questo modello la raccolta dei rifiuti dei prossimi anni in città». E «serve un mandato chiaro ad AMA che indichi compiti e responsabilità dell'azienda per puntare tutto su riduzione, riciclaggio e riuso. Vanno riscritti il contratto di servizio e il piano industriale dell'azienda per puntare su impianti e servizi necessari per poter riciclare organico, carta, vetro, metalli, e sugli spazi per il riuso nelle vecchie e nuove isole ecologiche». Quindi «Ama dovrà anche definire nuovi accordi con i sindacati e i lavoratori che prevedano più efficienza per superare gli enormi limiti dell'azienda».

«Per liberare Roma e il Lazio dalla dittatura delle discariche serve il coraggio e la volontà politica che sono mancati fino ad oggi», ha sottolineato Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente, spiegando che «per ridurre i conferimenti in discarica la Regione utilizzi la leva economica, rendendo più costosa questa modalità di smaltimento, come fatto con successo negli ultimi anni nelle Marche e in Sardegna. Il Comune invece deve domiciliarizzare la raccolta differenziata in tutta la città, come sta avvenendo a Milano. Solo così, e con una rete di impianti di riciclaggio ancora tutta da costruire, potremo lasciarci alle spalle la lunga stagione delle mega discariche del sistema Malagrotta. Attendiamo su questo fronte un segnale di forte discontinuità rispetto al passato dalla politica locale».

Ma «servono anche nuovi impianti per il trattamento della frazione organica», «l'organico va raccolto in maniera differenziata piuttosto che trattato e mandato in discarica, e Roma ha una clamorosa carenza in tal senso». Nel 2012 sono state 1.753.782 le tonnellate di rifiuti urbani e assimilati nella Capitale e oltre 500mila di queste sono rifiuti organici. Per questo Legambiente chiede che si estenda la raccolta dell'organico a tutta la città e ci si doti dei necessari impianti per il trattamento. Allo stesso modo «non è necessaria la costruzione di nuovi impianti di trattamento meccanico biologico, Roma ne ha ben 4 e i numeri della differenziata in crescita non richiedono affatto investimenti in questa direzione. Oggi i TMB sono pensati però con una logica vecchia, devono essere trasformati in vere e proprie 'fabbriche di materiali' che, potenziando le fasi di selezione, aumentano le rese di recupero del 20%».

L'altro fronte è «prevenire la produzione dei rifiuti, un obiettivo fondamentale, entro cinque anni i rifiuti si possono ridurre del 10%». Come promuovere l'acqua del rubinetto, il compostaggio domestico, stringere accordi con i commercianti e la distribuzione sulla riduzione degli imballaggi, stabilire una tariffazione puntuale, creare centri del riuso, pensare sagre e feste in maniera sostenibile con l'uso di stoviglie riutilizzabili. Ms anche creare isole ecologiche e punti di raccolta in tutti i Municipi e nei quartieri anche prevedendo spazi all'interno esclusivamente dedicati al riuso e alla preparazione al riutilizzo per favorire il riuso e il recupero di materiali senza alcun trattamento industriale.

StStop anche a «inutili commissariamenti». I rifiuti prodotti da Roma Capitale «non possono essere seppelliti fuori città, implica emissioni inquinanti dovute al trasporto, è costoso e incide ingiustamente su una comunità che quei rifiuti non li ha prodotti». Per l'associazione «serve un siting serio per valutare quali spazi idonei si possano trovare all'interno del Comune di Roma, con un percorso trasparente che riporti legalità in un settore così delicato». Legambiente propone anche gli «Stati generali per il futuro della Valle Galeria» da lanciare con associazioni, comitati e cittadini della zona e insieme a Regione, Comune, Municipi, perché ora che Malagrotta è chiusa, bisogna andare avanti.

E alla Regione Lazio Legambiente chiede un «nuovo serio e concreto piano rifiuti regionale, ora che la Regione ha abolito una parte del vecchio piano rifiuti e stanziato fondi per la differenziata». Obiettivi ambiziosi per la differenziata, la riduzione e il riuso, strategie concrete per il loro raggiungimento, piani specifici per il riciclaggio e la riduzione con tempi, azioni e sostegno economico per la realizzazione, promozione del compostaggio di comunità. La Regione «deve anche elevare al massimo possibile la cosiddetta 'ecotassa'», in modo che i Comuni che evitano l'interramento dei rifiuti siano premiati. p>

AlAlla conferenza cittadina «Fuori dalla palude del sistema Malagrotta», organizzata da Legambiente Lazio, hanno partecipato, tra gli altri Estella Marino, Assessore all'Ambiente del Comune di Roma; Roberto Scacchi, Direttore di Legambiente Lazio; Cristiana Avenali, Consigliera Regionale, componente Commissione Ambiente, Rifiuti, Mobilità; Gianfranco Bongiovanni, Occhio del Riciclone; Athos De Luca, Presidente Commissione Ambiente di Roma Capitale; Maurizio Melandri, Comitato Malagrotta; Eugenio Stanziale, Segretario Cgil Roma e Lazio; Adriano Travaglia, Comitato Spontaneo Cittadini di Villa Spada.