Sequetrati beni a sorella e cognato di Matteo Messina Denaro
Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo e Trapani sono impegnati nel sequestro di beni riconducibili al capo di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. L'operazione interessa la zona del comune tranese di Castelvetrano, paese natale della «primula rossa», latitante ormai da vent'anni
PALERMO - Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo e Trapani sono impegnati nel sequestro di beni riconducibili al capo di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. L'operazione interessa la zona del comune tranese di Castelvetrano, paese natale della «primula rossa», latitante ormai da vent'anni.
Il sequestro di beni attuato dalla Dia a Castelvetrano, in provincia di Trapani, ha riguardato la sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, e suo marito Vincenzo Penicola, attualmente detenuto per mafia e ritenuto organico al mandamento mafioso di Castelvetrano.
Matteo Messina Denaro, considerato attuale vertice assoluto di Cosa nostra, è latitante dal 1993.
E' di alcune centinaia di migliaia di euro il valore dei beni che la Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha sequestrato ad Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del capo assoluto di Cosa nostra Matteo, ed a suo marito Vincenzo Panicola.
Il Tribunale di Trapani ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e del sostituto procuratore Paolo Guido, applicando il nuovo Codice Antimafia.
Il cognato di Matteo Messina Denaro, l'imprenditore di Castelvetrano Vincenzo Panicola, ha operato nei settori della manutenzione di impianti di produzione, installazione, distribuzione e utilizzo dell'energia elettrica; delle costruzioni edili e stradali; dei lavori di pulizia in genere.
Con la società Vieffegi Service Srl, oggetto di sequestro, l'imprenditore prestava la sua attività di pulizia all'interno del Centro Commerciale m> «Belicittà» di Castelvetrano appartenente al gruppo imprenditoriale di Giuseppe Grigoli, ritenuto prestanome di Messina Denaro, al quale erano già stati sequestrati beni per 700 milioni di euro nell'ambito dell'operazione «Mida».
Panicola è detenuto perché ritenuto organico al mandamento di Castelvetrano e secondo gli inquirenti avrebbe gestito la latitanza del cognato Matteo Messina Denaro facendo da «postino» per la trasmissione dei cosiddetti «pizzini»; nonché curato personalmente i suoi interessi economici. Il sequestro ha compreso le aziende e i capitali sociali di alcune ditte, attive nel territorio di Castelvetrano nonché il compendio aziendale della ditta individuale della sorella di Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, esercente l'attività di colture olivicole, un fabbricato, autovetture, rapporti bancari ed altro.