19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Intervista al «Sole 24 Ore»

Bersani: Se vinciamo economia reale al centro

Se il Partito Democratico vincerà le prossime elezioni, intende varare una «Nuova politica industriale» e mettere «al centro delle nostre preoccupazioni l'economia reale»: lo dice Pier Luigi Bersani in una lunga intervista al Sole 24 Ore

ROMA - Se il Partito Democratico vincerà le prossime elezioni, intende varare una «Nuova politica industriale» e mettere «al centro delle nostre preoccupazioni l'economia reale»: lo dice Pier Luigi Bersani in una lunga intervista al Sole 24ore.«Dobbiamo fare ogni sforzo per la crescita» assicura il segretario pd «o almeno per contrastare la recessione. Magari sui conti pubblici teniamo, ma qui rischiamo di arretrare decisamente nelle quote mondiali di produzione e lavoro». Dal governo Monti c'è «attenzione non sufficiente» dice Bersani, anche se «il problema viene da lontano. Per troppo tempo abbiamo assistito inerti allo spostamento di investimenti dall'economia reale alla finanza. Dobbiamo invertire la rotta».

La ricetta Bersani prevede il ripristino del credito di imposta per la ricerca, «quando io ci lavorai immaginavo uno strumento che doveva insediarsi come strutturale»; un'Italia che punta «a fare l'Italia; deve puntare sulle sue tradizioni, tipicità, sul patrimonio del made in Italy», e sulle «frontiere tecnologiche nuove»; sul «riuso delle aree industriali, una grande opportunità; oggi abbiamo enormi aree dismesse, bloccate dai costi di bonifica e dalle pastoie burocratico-amministrative»; e poi a proposito di nuova politica industriale, «ci sono tanti strumenti da rivedere: siamo a posto con le procedure straordinarie, leggi Prodi 1 e 2, la legge Marzano? Secondo me no».

Il segretario Pd, scrive il Sole, manda rassicurazioni ai mercati. E su Vendola che apre a Casini a condizione che rinunci alle politiche liberiste, mercatiste e rigoriste, commenta «Le aggettivazioni ognuno le sceglie come vuole. Che però in questi dieci anni in Italia e in Europa si sia permesso che l'egemonia finanziaria dominasse su tutto è stato un problema». Quanto al rischio che a livello internazionale si guardi con ansia ai veti politici e sindacali che potrebbero condizionare un governo Pd, risponde «E' un pregiudizio. La nostra è una politica intenzionata a chiedere il consenso della gente dicendo come prima cosa che siamo in una crisi seria e che serve responsabilità. Ma io rifiuto l'affermazione che il governo Monti abbia fatto più riforme dei governi politici di centro sinistra».

Pierluigi Bersani nell'intervista al Sole poi segnala che un governo Pd rimetterebbe le mani sulla riforma del lavoro. «Il mercato del lavoro va sicuramente reso più efficiente. Ma il dibattito sull'articolo 18 è un dibattito interno idelogico. Il problema è quello della produttività; e qui siamo carenti in investimenti, ambiente di contorno, rigidfità organizzativa ed eccesso di precarietà... Dare flessibilità organizzativa a fronte di investimenti esigibili: questa è la pista da percorrere».

Fedeli all'Europa, noi siamo quelli dell'euro - Nell'intervista al Sole 24 Ore, Pierluigi Bersani sottolinea la fedeltà del Pd all'Europa: avvicinandosi all'appuntamento elettorale ribadisce «lealtà al governo Monti, lealtà verso il grande obbiettivo europeo, responsabilità nella tenuta dei conti, nella riduzione del debito e nella costruzione di un avanzo primario».
Ma ha osservato: «L'Europa così come gira non va bene. Io credo innanzi tutto che il dibattito con le opinioni pubbliche europee vada spostato dalle tecninalità economiche al tema di fondo che è culturale e politico... Purtroppo in questi anni abbiamo visto diffondersi, sotto l'influsso della globalizzazione, un'ideologia di destra per cui chi è forte pensa che chi è debole gli stia svuotando le tasche». Tuttavia «non bisogna fare la guerra con la Germania. Nei paesi cosiddetti periferici dobbiamo riconoscere che dopo l'euro non abbiamo fatto i compiti a casa».
E in tema di rassicurazioni ai mercati e agli alleati europei in caso di vittoria del Pd alle elezioni, Bersani sottolinea: «La prima cosa che intendo dire all'Europa è che noi siamo quelli dell'euro, siamo quelli dei governi Prodi, Amato, D'Alema che fecero fede in condizioni difficili a tutti i patti internazionali, europei e occidentali, che siamo quelli di Ciampi e Padoa-Schioppa».