Tarantola: Senza risorse per la RAI non c'è futuro
Abbiamo davanti a noi uno scenario impegnativo e un progetto complesso. Se saremo uniti potremo raggiungere significativi risultati. Nell'immediato il nostro compito è quello di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere
ROMA - «Abbiamo davanti a noi uno scenario impegnativo e un progetto complesso. Se saremo uniti potremo raggiungere significativi risultati. Nell'immediato il nostro compito è quello di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere, di risolvere in modo strutturale e duraturo i problemi economico- finanziari dell'azienda mettendo ordine nei conti, dal lato dei costi e dei ricavi perché senza risorse la Rai non ha futuro». Lo ha sottolineato la Presidente della Rai Annamaria Tarantola, aprendo la prima riunione nel nuovo Consiglio di Amministrazione Rai da lei presieduto.
LA RAI DEVE AVERE UN PROGETTO E UNA MISSIONE - «Nell'affrontare questo compito ho ben presente la speciale natura dell'azienda Rai che le viene dall'essere anche Servizio pubblico. E' questa una condizione che richiede una particolare cura alla qualità complessiva del prodotto, cui improntare tutta la gestione, la programmazione, l'identità stessa dell'azienda. Come tutte le aziende - ha evidenziato - anche la Rai deve avere un progetto e una missione». E dunque «auspico che la Rai diventi un'azienda competitiva orientata all'eccellenza nell'informazione, autorevole e indipendente, nell'intrattenimento, capace di coniugare divertimento, rispetto e correttezza, nella capacità di elevare il livello culturale del Paese».
RILANCIO TECNOLOGICO DELL'AZIENDA - «Vorrei che questa 'visione' - ha detto rivolta ai nuovi consiglieri - fosse da voi condivisa. Può sembrare una utopia ma non è così, è un progetto perseguibile con l'impegno di tutti perché l'obiettivo finale è quello di essere un'azienda al servizio dei cittadini che offre un prodotto di eccellenza senza sprechi, nel rispetto del vincolo di bilancio, contenendo costi e rischi, con un forte orientamento all'innovazione. Il futuro della Rai passa anche per il rilancio tecnologico dell'azienda». E in ogni caso, «la radiotelevisione è uno dei canali, insieme alla famiglia e alla scuola, attraverso cui si determina il livello del capitale umano (il patrimonio di abilità, conoscenze e capacità degli individui) e del capitale sociale (l'insieme di regole e prassi che governano la società civile nei suoi processi decisionali, partecipativi e cooperativi) di un Paese, contribuendo così alla stessa crescita economica di cui noi, in Italia, abbiamo tanto bisogno».
SERVE UNA CULTURA INCLUSIVA - «Essere il più grande produttore di cultura di un Paese è una grande responsabilità; è anche un'opportunità che non va sprecata e che richiede di avere chiara l'idea di cultura che la Rai deve trasmettere. Non una cultura elitaria, o accademica e specialistica e neppure una cultura casuale e superficiale ma una cultura inclusiva, attenta ai valori civili, agli ideali. Una cultura laicamente aperta e rispettosa delle tradizioni, dei costumi, dei diritti religiosi e spirituali, delle proprietà intellettuali, capace di percepire, sentire e vivere la realtà nei suoi aspetti più creativi».
STIMOLARE E PREMIARE LE PROFESSIONALITÀ - «Questo progetto si basa su alcuni pilastri di natura economico-gestionale e culturale, tutti ugualmente rilevanti. Una buona governance che si fondi su una chiara distinzione di ruoli e di responsabilità, senza sovrapposizioni, aree grigie, interferenze. Una situazione economico-finanziaria-patrimoniale in equilibrio e sostenibile nel tempo, che consenta di conseguire anche un nuovo e profittevole posizionamento sul mercato. Una gestione aziendale basata sull'autonomia e sul merito, che sappia valorizzare, stimolare e premiare le professionalità e i talenti, attenta ai giovani e alle donne. Una linea editoriale rispettosa del pluralismo, dell'eticità, della responsabilità, sempre attenta alla finalità pubblica; una linea editoriale che ridia forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza della donna. Una forte condivisione di obiettivi da parte di tutti noi: del Consiglio, della direzione, dei dirigenti, dei giornalisti, dei colleghi tutti. Fare squadra, una squadra coesa e determinata».