28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
Sessantaquattro anni dopo il suo barbaro assassinio

Funerali Rizzotto chiudono la 2 giorni di Napolitano in Sicilia

Ucciso dalla mafia per il suo impegno civile il 10 marzo 48, stamani a Placido Rizzotto, figura simbolo della voglia di riscatto al sopruso mafioso, sono stati tributati i funerali di Stato alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

PALERMO - Sessantaquattro anni dopo il suo barbaro assassinio, e a pochi mesi dal ritrovamento dei suoi resti recuperati in una foiba di Corleone, Placido Rizzotto riposa nel cimitero del paese in provincia di Palermo. Ucciso dalla mafia per il suo impegno civile il 10 marzo 48, stamani a Placido Rizzotto, figura simbolo della voglia di riscatto al sopruso mafioso, sono stati tributati i funerali di Stato alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La cerimonia in ricordo di Rizzotto - Il capo dello Stato, giunto a Palermo ieri in occasione del ventennale della strage di Capaci, in cui morì il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, prima della cerimonia nella chiesa madre del paese, ha reso omaggio alla memoria del sindacalista deponendo una corona di fiori davanti al busto eretto di fronte al Comune. Quindi Napolitano ha consegnato alla sorella di Rizzotto, Giuseppa, la medaglia d'oro al valor civile.
Oltre al presidente della Repubblica, alla celebrazione hanno preso parte i ministri Cancellieri e Di Paola, oltre al leader della Cgil Susanna Camusso. Tutti a Corleone, accolti da centinaia di persone, per testimoniare la presenza di uno Stato che non smette di ribadire la sua vicinanza ai cittadini in un territorio costretto ancora oggi a fare i conti con una realtà particolarmente difficile dal punto di vista della criminalità organizzata.
«C'è sempre bisogno della presenza dello Stato - ha detto Napolitano lasciando la chiesa dopo il funerale -. Non abbiamo mai pensato che la mafia fosse finita. Finirà, ma non è ancora finita. Filo conduttore di queste giornate è rendere onore a chi ha combattuto e pagato con la vita, perché i loro sacrifici hanno dato i loro frutti».

Cerimonia a Portella della Ginestra - Lasciato Corleone, Napolitano ha raggiunto un altro luogo simbolo della storia repubblicana e della lotta alla mafia: Portella della Ginestra. Su quella spianata dove il primo maggio 1947 caddero 11 vittime di una strage mai chiarita del tutto, il presidente della Repubblica, rivolgendosi ai tanti ragazzi giunti sul luogo, ha confermato la necessità di mantenere alta la guardia contro possibili «pericoli», ma che lo Stato sta facendo di tutto per «vigilare», in modo che «non si debba più ripetere la stagione degli omicidi e delle stragi mafiose».
Conclusa la cerimonia a Portella della Ginestra, il capo dello Stato ha lasciato la Sicilia, facendo rientro a Roma.