19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Terrorismo | L'attentato di Brindisi

Brindisi, per ora nessun indagato

lla fine di una giornata convulsa, dove si è accavallata una ridda di indiscrezioni, sono queste le posizioni ufficiali di investigatori e inquirenti che indagano sull'esplosione avvenuta sabato mattina davanti all'istituto Morvillo Falcone di Brindisi.

BRINDISI - Nessun arrestato, nessun indagato, fermato o interrogato: alla fine di una giornata convulsa, dove si è accavallata una ridda di indiscrezioni, sono queste le posizioni ufficiali di investigatori e inquirenti che indagano sull'esplosione avvenuta sabato mattina davanti all'istituto Morvillo Falcone di Brindisi.

Mentre nella chiesa grande di Mesagne si celebravano i funerali di Melissa bassi, la 16enne uccisa nell'esplosione, voci incontrollate su possibili sospettati portati in questura si sono rincorse, seguite da smentite ufficiali. Giornalisti e cameraman fino a tarda sera hanno assediato la questura di via Perrino, dove si sono registrati momenti di tensione. Al passaggio di un'auto civetta con due agenti davanti e due persone dietro, alcuni ragazzi l'hanno assaltata, battendo pugni sui vetri e prendendo a calci la fiancata: «Pensavamo ci fossero gli assassini».

Poco dopo il portavoce del questore, è uscito davanti all'ingresso e ha rilasciato una dichiarazione secca ai giornalisti: «Non c'è nessuno, nessun arrestato, nessun indagato n questo momento e non ci saranno nelle prossime ore. Non può accadere quello che è accaduto pochi minuti fa: nell'auto c'erano agenti. Si sta creando un clima di terrore. Le persone devono essere libere di essere ascoltate e di venire qui anche come testimoni».

E' questa la posizione ufficiale ribadita a più ripresa anche dagli inquirenti.

«Stiamo ascoltando e abbiamo ascoltato tutta la giornata alcune persone in questura, come persone informate sui fatti. Nessun interrogatorio», ha spiegato Milto De Nozza, il sostituto procuratore di Brindisi, applicato ora alla dda di Lecce, a cui da oggi è passata la competenza dell'indagine, rubricata sotto l'ipotesi di reato strage aggravata dalla finalità di terrorismo. Perché «una volta esclusa l'ipotesi di un movente personale nei confronti di una sola delle vittime, non c'è dubbio che qualsiasi altra ipotesi ha un effetto intimidatorio, sia che il gesto sia stato posto in essere da un singolo isolato, sia da un pazzo, sia da un'organizzazione eversiva, sia dalla mafia o Sacra Corona Unita. In ogni caso l'effetto è terroristico», ha spiegato stamattina il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, al termine del vertice in prefettura, che ha delineato i nuovi assetti operativi dell'indagine. «Nessun fermato, nessun indagato», è il sigillo alla giornata anche di Cataldo Motta, il procuratore distrettuale di Lecce, che coordina le indagini.

Oggi nella questura di Brindisi sono state infatti ascoltate molte persone. Persone che potrebbero fornire elementi utili all'indagine. E dal giorno dall'esplosione, gli investigatori hanno ascoltato già decine di persone. Al lavoro ci sono specialisti di Ros, Ris, Sco, polizia scientifica, arrivati anche dalla capitale. Gli esperti stanno lavorando su più fronti: ascolto dei testimoni, esame dei reperti raccolti dalla polizia scientifica sul luogo dell'esplosione, per ricostruire l'ordigno. E sul video della telecamera davanti alla scuola che ha ripreso quell'uomo tra i 50 e i 60 anni, giacca scura, pantaloni chiari, che potrebbe aver scatenato l'orrore.