Berlusconi vedrà Monti. E cerca «volti nuovi» per il 2013
Il Cavaliere pensa a «Forza Silvio», ma i sondaggi non sono incoraggianti. Angelino Alfano candidato premier risulterebbe perdente, contro uno sfidante di centrosinistra. Per convincere Luca Cordero di Montezemolo non sono bastate settimane di corteggiamento
ROMA - I sondaggi, neanche gli amati sondaggi soccorrono Silvio Berlusconi. Tutte le soluzioni ipotizzate, i nomi sognati, gli schemi progettati si scontrano con numeri al momento impietosi. Una lista «Forza Silvio», ad esempio, secondo le ultime rilevazioni riservate non potrebbe aspirare nemmeno al 10%. Il nome di Angelino Alfano candidato premier risulterebbe perdente, contro uno sfidante di centrosinistra. Per convincere Luca Cordero di Montezemolo non sono bastate settimane di corteggiamento. E, quanto a Casini, le condizioni consegnate da Pier Ferdinando ad Alfano (si vocifera anche di un faccia a faccia negli ultimi giorni) - a partire dal passo indietro del Cavaliere - al momento sono state riconsegnate al mittente. E così, a pochi giorni dalla probabile batosta dei ballottaggi, Berlusconi non ha chiara la strategia da perseguire. Ma è convinto che molto bisogna cambiare, tanto che nel Pdl si moltiplicano le voci sull'attivismo di Berlusconi volto a individuare un nome non strettamente politico da schierare in vista del 2013. Con questi pensieri si appresta a incontrare il presidente del Consiglio, Mario Monti.
L'incontro è fissato per l'ora di pranzo, a Palazzo Chigi. Berlusconi sarà «scortato» da Gianni Letta - che tanto ha lavorato a questo incontro - e da Angelino Alfano. Si parlerà di tutto, non solo di politica, perché il dossier «sensibile» - dalle parti di Palazzo Grazioli - include anche temi non strettamente legati alla partita dello spread o al necessario impegno per la crescita. Al premier, comunque, Berlusconi riconfermerà sostegno, e non potrebbe essere altrimenti visto l'incertissimo scenario europeo che non consente mosse avventate, e chiederà di combattere in Europa la partita della crescita, senza indugiare oltre sulla pressione fiscale. In futuro si vedrà, perché un precipitare degli eventi potrebbe anche consigliare a qualche attore politico di valutare il coinvolgimento delle forze di maggioranza direttamente nel governo. Uno scenario, quello di innesti di ministri politici, che però oggi Alfano si è affrettato a smontare. Certo la prevista visita del Cav a Palazzo Chigi non convince l'opposizione interna, con Ignazio La Russa pronto a criticare la scelta di mettere in agenda il summit con Monti a due giorni dal voto.
Resta sul tavolo la grande svolta del Pdl annunciata da Alfano. Scelte definitive non sembrano necessariamente imminenti - anche se la data del 24 maggio viene accreditata come di un certo rilievo - visto la delicatezza della fase politico-economica UE. Perché la salvezza dell'euro provocherebbe un tipo di campagna elettorale completamente diversa da quella imposta da un preoccupante collasso della moneta unica. Berlusconi intanto sonda, prova senza successo a coinvolgere Casini, flirta per ora senza esito con Montezemolo, commissionando nel frattempo sondaggi anche sull'ormai nota federazione e vagheggia anche azzeramenti del Pdl. Nulla è deciso, se non che così non si può più andare avanti.