23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Riforma dello strumento militare

Di Paola: Riforma «storica», senza gravare sulla spesa

La «review» del Ministero della Difesa riguarderà personale, comandi, organizzazione e mezzi. La riforma tiene conto del nuovo scenario internazionale pur nell'ambito della difficoltà di reperire risorse finanziarie

ROMA - «Spendere bene quello che si ha: perché lo strumento militare nazionale ha bisogno di lavorare con le risorse che ci sono, ma anche di essere coerente con ciò che sta avvenendo negli altri paesi Ue e Nato». Il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha spiegato così il senso del disegno di legge delega per la riforma dello strumento militare, varato oggi dal Consiglio dei ministri. Dopo quella che ha soppresso la leva obbligatoria, ha affermato Di Paola «questa è la più grande riforma» del settore. Ed è stata portata avanti, ci ha tenuto a sottolineare il ministro «senza responsabilmente chiedere risorse aggiuntive, nella consapevolezza della difficoltà finanziaria».

UNA RIFORMA A «COSTO ZERO» - Tutto questo, ha osservato l'ammiraglio «nonostante sia noto che la Difesa italiana sia quella meno finanziata» fra i paesi Ue. «Anche in questo campo - ha dichiarato Di Paola - il governo Monti sta dando forte segnale di responsabilità e innovazione, non solo agli italiani ma anche al quadro europeo. L'ex comandante militare della Nato ha parlato di una «riforma complessa», «una riforma di grandissimo rilievo, una riforma strutturale, profonda che nasce dall'esigenza di tener conto del nuovo scenario internazionale pur nell'ambito della difficoltà di reperire risorse finanziarie» dovuta alla crisi. La review riguarderà «personale, comandi, organizzazione e anche ovviamente mezzi» si è limitato a illustrare il ministro, convinto che «la riforma possa rappresentare un segno di grossa innovazione».