6 maggio 2024
Aggiornato 15:30
Il Governo e il Partito Democratico

Bersani: I fatti convinceranno Monti

Non cadere nella provocazione, il Pd eviti ogni polemica, saranno i fatti a ricondurre Mario Monti a più miti consigli. E' questa la consegna di Pier Luigi Bersani ai dirigenti del PD. Il Segretario: Non può fare a meno di noi, lo capirà

ROMA - Non cadere nella provocazione, il Pd eviti ogni polemica, saranno i fatti a ricondurre Mario Monti a più miti consigli. E' questa la consegna di Pier Luigi Bersani ai dirigenti del Pd, il segretario democratico intuisce che c'è un qualche disegno politico dietro alle continue 'frustate' del presidente del Consiglio, forse quell'«agguato» denunciato lunedì scorso da Massimo D'Alema in direzione, forse la volontà di posizionarsi in vista della campagna elettorale del prossimo anno, come insinuava stamattina l'Unità.

L'escalation del Premier - Anche oggi il premier, dall'Asia, ha sentito il bisogno di dire che «il Governo sta godendo di un largo consenso nei sondaggi, i partiti no». Per essere un tecnico, non ha nulla da invidiare al politico più navigato, hanno pensato i democratici. La «necessità di dare segnali ai mercati» non sembra sufficiente a spiegare l'escalation del presidente del Consiglio e, ragiona un esponente Pd, sarebbe interessante «capire chi è che suggerisce questa linea al premier». Di sicuro, però, non vuole offrire sponda: a Monti si risponde il giusto e con toni sempre pacati, anche perché «alla fine dovrà rendersi conto che non può fare a meno di noi». Anche perché le elezioni a ottobre potrebbero pure non dispiacere a Bersani, come dice il Pdl, ma solo a patto che non sia il Pd a provocare la crisi.

Bersani: Bisogna far vedere che ce la mettiamo tutta - Bersani non ci sta a farsi cucire addosso il ruolo di quello che mette i bastoni tra le ruote del Governo. Il segretario democratico, anche qualche giorno fa a Genova, ha sottolineato che il Pd «con generosità» ha detto sì alla nascita dell'Esecutivo Monti per il bene del Paese. Per questo il leader Pd ha detto sì al vertice sulle riforme, nonostante continui a nutrire fortissimi dubbi sulle reali intenzioni del Pdl: bisogna far vedere che ce la mettiamo tutta, è il ragionamento, visto che Monti prova a dipingere i politici come perditempo e sé stesso come quello che risolve i problemi da solo. Poi, come andrà davvero a finire la partita della legge elettorale e delle riforme, è tutto da vedere e Bersani è il primo ad essere scettico. «Noi del Pd siamo convinti che la legge elettorale sia la priorità, non so se tutti quanti sono effettivamente convinti di questo». Bersani non crede che Berlusconi voglia rinunciare ad una legge che gli permette di scegliere i parlamentari, né è convinto che l'ex premier abbia davvero archiviato definitivamente il rapporto con la Lega.
Inoltre, il leader Pd non considera ottimale nemmeno la «bozza Violante», perlomeno in alcuni passaggi-chiave: come ha spiegato l'altro giorno in direzione, Bersani vuole che la nuova legge elettorale garantisca comunque «l'esigibilità» del patto di coalizione e della candidatura a premier. In altre parole, il leader democratico non intende consegnare nelle mani del solo Casini il potere di scegliere alleanze e presidente del Consiglio. Ma di questo si parlerà più avanti, se davvero sulla legge elettorale si farà sul serio.

I fatti faranno capire a Monti che ha bisogno di noi - Rispetto al Governo, però, il Pd vuole assumere una linea ferma, ma non polemica, per evitare che qualcuno provi ad addossare ai democratici le difficoltà del Governo e, chissà, l'eventuale crisi: «O politici e tecnici, assieme, riescono a convincere il paese - ha detto oggi - o sotto la pelle del paese ce n'è abbastanza per prendere a cazzotti sia i politici, sia i tecnici». Lunedì in direzione, a porte chiuse, era stato più esplicito: «Non ci si attardi più per favore - non lo dico per il nostro dibattito qui, ma è un messaggio che vorrei rivolgere fuori - nel gioco stucchevole tra tecnica e politica. Immaginando possibili scenari per cui la politica possa essere messa al guinzaglio, magari per via tecnica. O magari solo per un vezzo, qualche volta sentiamo l'eco di questo gioco in certe affermazioni del governo, dintorni tecnici, politici, qualche volta anche in alcune nostre discussioni».
Il Pd non può permettersi di cedere sull'articolo 18, e oggi il segretario lo ha ripetuto. Ma non può nemmeno lasciare che Monti e il Pdl lo dipingano come «quello che vuole la crisi». Dunque, insiste Bersani, fermezza ma anche freddezza. Poi, «saranno i fatti a far capire a Monti che di noi ha bisogno».