18 aprile 2024
Aggiornato 17:00
La Politica e la RAI

Fini: La RAI garantisca il pluralismo

Il Presidente della Camera: Deve contribuire al miglioramento della Democrazia. Schifani: La RAI è la più grande impresa culturale del paese. Lei: Con «Istituzioni» conferma centralità servizio pubblico. Garimberti: Cda scade con l'ok al bilancio, poi tocca alla Vigilanza

ROMA - Nell'esprimere «convinto apprezzamento» per l'iniziativa della Rai di realizzare cinque documentari dedicati alle più alte cariche istituzionali e ai luoghi simbolo della democrazia, il presidente Gianfranco Fini, intervenendo alla presentazione della serie 'Istituzioni' alla presenza dei vertici della tv pubblica, ha sottolineato quelli che sono a suo giudizio i doveri istituzionali di viale Mazzini. «Una grande azienda pubblica come la Rai è la maggiore o tra le maggiori agenzie educative del paese e non può limitarsi a stare sul mercato. Ha tra i suoi doveri quelli di svolgere una corretta informazione, di garantire il pluralismo ma anche un contributo al miglioramento della democrazia attraverso una vera pedagogia civile».
Per questo motivo, a giudizio di Fini, «un compito che il servizio pubblico deve onorare è far conoscere le istituzioni democratiche», un tema sul quale, ha spiegato, «nella mia lunga esperienza ho più volte riscontrato che i cittadini non sempre sanno bene come distinguere i diversi ruoli ad esempio di governo e Parlamento».

Schifani: La RAI è la più grande impresa culturale del paese - «La Rai è la più grande impresa culturale del paese, ha portato la lingua italiana e dato il segno di un sentimento di unità a tutto il paese». Così il presidente del Senato Renato Schifani ha commentato la presentazione di una serie di documentari dedicati ai luoghi simbolo della nostra democrazia dal titolo Istituzioni, in onda da sabato prossimo su Raitre e Rai Storia.
«Oggi - ha aggiunto la seconda carica dello Stato - la Rai porta le istituzioni nelle case degli italiani: lodevole, strategica iniziativa in questo momento segnato anche dall'antipolitica».
«La Rai - ha osservato Schifani - è un servizio pubblico che vive anche di mercato e bilanci. Queste trasmissioni non portano share ma assolvono ad un'altra funzione; è positivo che si sia chiuso il bilancio in attivo, penso sia stato un contributo per portare i dirigenti a realizzare anche questa trasmissione di alto profilo di educazione istituzionale».

Lei: Con «Istituzioni» conferma centralità servizio pubblico - La Rai è «la nazione che parla alla nazione»: citando un motto della BBC Lorenza Lei, direttore generale della Rai, ha presentato così oggi la nuova serie di documentari dedicati ai luoghi simbolo della democrazia dal titolo Istituzioni, in onda da sabato prossimo su Rai Tre e Rai Storia.
La serie si articola in cinque puntate, dedicate ad altrettante istituzioni e ai loro presidenti in carica: Quirinale, Palazzo Chigi, Senato, Camera e Corte costituzionale. «Queste cinque puntate - ha detto il dg - rappresentano cos'è la Rai, cos'è stata, come ha accompagnato la storia del Paese». Un'operazione, ha aggiunto, di «educazione civica con i giovani, per i giovani ma non solo per loro».
La trasmissione «sarà la prima di una lunga serie», ha promesso Lorenza Lei, secondo la quale questo genere di iniziative confermano «il ruolo della Rai e la centralità del servizio pubblico».

Garimberti: Cda scade con l'ok al bilancio, poi tocca alla Vigilanza - Sul cambio della guardia ai vertici Rai il presidente della tv pubblica Paolo Garimberti vede molta «disinformazione». Parlando con i cronisti a margine della presentazione di una serie di documentari sulle istituzioni democratiche Garimberti ha spiegato che il consiglio di amministrazione uscente «ha scadenze precise: deve essere approvato il bilancio, convocata l'assemblea degli azionisti per l'approvazione definitiva, quindi il Cda non scade il 28 marzo ma quando gli azionisti approvano il bilancio».
«A quel punto - ha aggiunto il numero uno di viale Mazzini - non è che il Cda va via ma deve restare in carica per l'amministrazione ordinaria; non c'è la paralisi, non è che smettiamo di firmare i contratti».
«Io - ha detto ancora Garimberti - sono per la legalità assoluta: le tappe sono ben delineate, fino al bilancio è roba nostra, da quel momento è roba del governo e della Vigilanza. Io resto qui a fare il mio dovere in attesa che qualcuno mi dica di levare le tende o piantare i chiodi per nuove tende».