Boni: Sfido chiunque a trovare soldi illeciti nelle casse del partito
Il Presidente leghista del consiglio lombardo: Un assessore non può fare ciò di cui mi accusano. Mi deve essere dato il diritto di difendermi. Maroni: Boni non si dimette? Bene, è una buona notizia. Bossi jr: I principi della Lega non sono quelli delle accuse
MILANO - Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia indagato per corruzione dalla Procura di Milano, ha ribadito in una lettera ai membri dell'Assemblea lombarda la propria estraneità ai fatti contestati e sottolinea che anche il suo precedente ruolo di assessore all'Urbanistica, al quale sono rivolte le accuse, non gli dava i poteri di fare ciò che gli viene contestato.
Un assessore non può fare ciò di cui mi accusano - «I fatti riguarderebbero un asserito mio coinvolgimento - ha scritto Boni - allorché rivestivo il ruolo di assessore all'Urbanistica in Regione, incarico che anche avessi voluto, ma non ho voluto, non avrebbe in ogni caso consentito un perfezionamento di alcuna delle pratiche edilizie menzionate dai giornali, in quanto del tutto estraneo ed esorbitante dalle mie funzioni. È noto infatti che nell'attuale ordinamento dell'assessore non riveste il ruolo di organo dotato di poteri di amministrazione attiva. Nei procedimenti di natura urbanistica inoltre la funzione della Regione è circoscritta, mentre è valorizzato il contributo degli enti locali».
Quanto alle presunte somme di denaro ricevute l'esponente leghista sfida chiunque «anche a trovare un solo euro nelle mie tasche che non sia frutto del mio lavoro o, per quanto riguarda il mio partito, che non sia frutto di versamenti o elargizioni ufficiali e dettagliatamente documentabili».
Mi deve essere dato il diritto di difendermi - Davide Boni, il presidente leghista del Consiglio regionale lombardo indagato dalla Procura di Milano, non parla in una lettera ai consiglieri regionali né di «complotti né tantomeno di critiche per un uso strumentale della giustizia» sul suo caso, ma sottolinea che gli «deve essere dato, prima ancora che garantito, il diritto» di difendersi.
Nel messaggio inviato durante la seduta del Consiglio regionale che doveva discutere una mozione del centrosinistra sulle sue dimissioni ma che è stata dichiarata inammissibile, Boni ribadisce che non intende fare passi indietro e sottolinea di avere «svolto sino ad ora il mandato affidatomi dall'Aula nel rispetto dello Statuto e del Regolamento. Intendo proseguire su questa strada».
Dichiarata inammissibile la mozione di sfiducia dell'opposizione - La mozione di «censura» presentata dall'opposizione di centrosinistra nel Consiglio regionale della Lombardia per chiedere le dimissioni del presidente dell'assemblea, il leghista Davide Boni, è stata dichiarata «inammissibile» dal vicepresidente di turno dell'Aula, Carlo Saffioti (Pdl). Il provvedimento, ha argomentato Saffioti, configura una sorta di sfiducia verso il presidente del Consiglio regionale che non è prevista dalle norme. L'esponente del Pdl ha aggiunto che chiederà il parere della Giunta per il regolamento. Luca Gaffuri, capogruppo del Pd, ha ribattuto che si tratta di una «mancanza di rispetto nei confronti dell'Aula».
Si è dimesso il capo della sua segreteria Dario Ghezzi - Dario Ghezzi, capo della segreteria del presidente del Consiglio regionale lombardo Davide Boni, si è dimesso dal suo incarico. E' quanto si apprende da fonti vicine all'esponente della Regione. Ghezzi, come Boni, è indagato dalla Procura di Milano.
Maroni: Non si dimette? Bene, è una buona notizia - «Bene, buona notizia». Si limita a commentare con questa battuta, l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, a Varese per una lezione all'Università dell'Insubria, il sostegno ottenuto oggi dal presidente del Consiglio regionale Davide Boni, oltre che della Lega, dal Pdl. Boni, in una lettera ai consiglieri regionali, ha ribadito oggi la sua estraneità ai fatti contestatigli nell'ambito di un inchiesta per corruzione che lo coinvolge e riaffermato che non si dimetterà.
Bossi jr: I principi della Lega non sono quelli delle accuse - Renzo Bossi, figlio del leader della Lega e consigliere regionale del Carroccio in Lombardia, ha difeso dalle accuse della Procura di Milano il presidente dell'assemblea e compagno di partito Davide Boni, indagato per corruzione. «Conosco i principi su cui è nata la Lega - ha detto a margine della seduta del Consiglio regionale - e non sono quelli. Spero che, come ha già detto lui, Boni sia estraneo ai fatti».
Quanto alle presunte prove, Bossi jr ha aggiunto: «Io non le ho visto. Noi la responsabilità ce la siamo sempre presa tutta. Se, e dico se, si accerteranno determinate cose, non siamo quelli che negano sia vero».