Vendola: Io candidato alle primarie? Da capire se c'è il centrosinistra
Per il leader di SEL intervista a Oggi: Veltroni assume il liberismo come terreno neutrale. Quello che sta cercando di fare il capitale è molto semplice: eliminare l'arbitro nella partita contro il lavoro
ROMA - «Io candidato premier del centrosinistra? Oggi per me il problema è sapere se ci sarà il centrosinistra e, se ci sarà, che aspetto avrà». Parla così Nichi Vendola, in un'intervista al settimanale Oggi. Il leader di Sel, si dice «decisamente contrario» a una revisione dell'articolo 18: «Quello che sta cercando di fare il capitale è molto semplice: eliminare l'arbitro nella partita contro il lavoro».
Poi attacca Walter Veltroni, commentando la spaccatura nel Pd sul tema del lavoro: «Io sottoscrivo quasi parola per parola quello che l'Unità scrive di economia, giorno dopo giorno. Penso che su questo terreno ci possiamo incontrare. Certo, c'è anche un'altra idea nel Pd, quella di Walter Veltroni, secondo cui la contesa politica debba essere sostanzialmente tra due destre: una cialtrona, sguaiata, plebiscitaria e razzista, di Bossi e Berlusconi; una (la sua), colta, col loden, non insensibile sul tema dei diritti civili, più europea, costituzionale. Con l'alibi che siamo in un periodo storico in cui destra e sinistra non hanno più senso, si assume il liberismo, che è una cultura di destra, come terreno neutrale. E quindi la contesa politica è tra due schieramenti che stanno in realtà nel medesimo campo».
Nell'intervista, Vendola parla anche di sanità e dei clamorosi disservizi dei pronto soccorso: «Da cittadino, mi indigno. Poi da persona che ha responsabilità di governo penso che a livello nazionale dovremmo fare come qui in Puglia. Per esempio, sottrarre le aziende sanitarie locali agli appetiti famelici della politica». Poi rivela una sua esperienza personale: «Mi è capitato a Roma, dove ho trovato il solito pronto soccorso ingolfato.... io soffro di crisi allergiche che mi provocano metamorfosi mostruose con gonfiori enormi al collo e alla faccia. Quella volta non vedevo più perché avevo gli occhi completamente tumefatti. Pensavo di essere gravissimo, a un passo dalla morte, e perciò di aver diritto a cure immediate, che però non arrivavano mai. La mia condizione, evidentemente, era meno grave di quelli che mi sono passati davanti. Un uomo è arrivato con un infarto e, nonostante il prodigarsi dei medici, è morto a pochi centimetri da me. Non sono in grado di immaginare un disservizio in quello che accadde. Posso però dire che in Puglia abbiamo lavorato moltissimo sui pronto soccorso introducendo i canoni della telemedicina».
Infine, a una domanda su cosa gli abbia lasciato la vicenda del senatore Tedesco, ex assessore alla Salute della sua giunta, che la magistratura vuole arrestare per una storia di mazzette: «Un dolore che forse non passerà mai. Sul piano personale, un terremoto emotivo, la drammatica scoperta del senso dell'infedeltà perché io sono una persona che si fida molto degli altri e considero la cura di questa gente e della sua terra un dovere morale assoluto».