20 aprile 2024
Aggiornato 08:30
La collocazione politica del Governo Monti

Bersani: Inutile chiedersi se Monti è di destra o di sinistra

Il Segretario del PD: «Non staccheremo la spina, ma vogliamo che la spina sia attaccata al meglio». Casini: «Destabilizzo Pd-Pdl? Ci sono scricchiolii. Non basta un anno di Monti. Veltroni alleato? Il nuovo è nel sostegno a questo Governo»

ROMA - E' «inutile» che il Pd dibatta sulla 'collocazione' del Governo Monti, a destra o a sinistra, il partito deve piuttosto cercare di offrire «contributi» sui «temi concreti». E' stato questo, secondo quanto viene riferito da diversi partecipanti, l'unico accenno fatto da Pier Luigi Bersani all'intervista di Walter Veltroni, durante la riunione con i segretari regionali e provinciali del partito. «Non serve a nessuno - avrebbe detto Bersani - chiedersi se il Governo Monti è di destra o di sinistra, lavoriamo piuttosto sulle cose concrete sulle quali possiamo dare un contributo».
Per il resto, il segretario Pd avrebbe glissato sulle critiche rivolte ieri al partito dal suo predecessore. Diversi segretari regionali e provinciali, però, avrebbero criticato le dichiarazioni di Veltroni, alcuni proprio per il merito delle cose dette, altre per il «tempismo», visto che c'è un delicato dibattito in corso tra Governo e sindacati.
D'altro canto, sempre secondo i resoconti dei partecipanti, Bersani avrebbe anche ribadito la linea di sostegno «leale e critico» al Governo: «Noi sosteniamo il governo che deve arrivare fino alla fine, non staccheremo mai la spina, ma vogliamo che la spina sia attaccata meglio»

Casini: Destabilizzo Pd-Pdl? Ci sono scricchiolii - «Io lavoro per stabilizzare il quadro politico che si è determinato con il governo Monti e per stabilizzarlo bisogna prendere atto che la politica è indispensabile. E poiché è indispensabile, bisogna cambiare profondamente la politica. Se altri ritengono che vada tutto bene così, auguri: vuol dire che sono sicuri di sé. Io credo che ci sono troppi elementi di scricchiolio a destra e a sinistra per far finta di non vedere». Ha risposto così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini a chi gli chiedeva se le sue dichiarazioni sul quadro politico e sul governo Monti avessero destabilizzato i partiti che sostengono la maggioranza.
«A partire dalle polemiche di queste ore che non ho prodotto io con la mia malefica arte - ha sottolineato - ma sono state prodotte dalle cose. E le cose hanno più valore e incidenza delle alchimie politiche».
Casini ha infine rilevato come sia necessario evitare di «tornare alle risse» precedenti alla nascita del governo Monti.

Non basta un anno di Monti - Non basta un anno di governo Monti per risolvere tutti i problemi dell'Italia. Ne è convinto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che, a margine di un convegno sulla famiglia, ribadisce la necessità di proseguire nel progetto inaugurato da Monti e non si sbilancia su una possibile convergenza con Walter Veltroni nel 2013: «Noi alleati? Chiedetelo a Veltroni. Io dico che non c'è bisogno di alchimie e che, alla luce del sole e tenendo presenti le diversità, si deve capire che oggi è il momento della collaborazione e dell'intesa. Il governo Monti non è nato come incidente della storia. E' lì da quattro mesi e non credo che riuscirà a fare tutto il lavoro che si richiede per l'Italia in un anno».
«Se altri invece pensano che le cose saranno migliorate in un anno - ha aggiunto Casini - sono più ottimisti di me, io spero di sbagliarmi».

Veltroni alleato? Il nuovo è nel sostegno a Monti - «Pier Ferdinando Casini e Walter Veltroni alleati nel 2013 per sostenere la prosecuzione del progetto inaugurato da Mario Monti? Queste non sono cose serie, messe in questi termini. Bisogna determinare il nuovo della politica italiana sui fatti e sul sostegno al governo Monti, che assieme abbiamo deciso di sostenere».
«Non credo che sia un caso - ha aggiunto - che persone responsabili come Bersani e Alfano abbiano deciso di fare un armistizio. Pd e Pdl non sono omologati, ma alternativi tra loro, così come socialdemocratici e democristiani in Germania. Ma Merkel ha scelto un presidente della Repubblica che aveva combattuto due anni fa: forse qualcosa nel mondo sta cambiando, vogliamo rendercene conto o dobbiamo essere sempre gli ultimi?».