Cassazione: Stupro di gruppo, carcere non obbligatorio. E' polemica
Il giudice non è più obbligato a disporre la custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale di gruppo, ma può optare per misure alternative. Lenzi (Pd): Spingerà le donne al silenzio. Mussolini (Pdl): Aberrante
ROMA - Il giudice non è più obbligato a disporre la custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale di gruppo, ma può optare per misure alternative. Lo stabilisce una sentenza della Corte di Cassazione, emessa oggi e interpretativa di una sentenza della Corte Costituzionale del 2010. E' subito polemica.
Lenzi (Pd): Spingerà le donne al silenzio - «Sarà un'ulteriore spinta al silenzio per le donne che subiscono violenza», prevede Donata Lenzi della presidenza del Gruppo Pd della Camera. «Proprio nel periodo che intercorre fra la denuncia e il processo - continua - le donne subiscono maggiori pressioni e minacce e spesso sono costrette a nascondersi. Proprio per questi motivi, ci sembra che per un reato così grave l'interpretazione stabilita dalla Corte sia inopportuna e tenga in scarsa considerazione la realtà delle donne vittime di violenza».
Mussolini (Pdl): Aberrante - «E' aberrante applicare misure alternative al carcere per lo stupro di gruppo», dice Alessandra Mussolini. «La Cassazione ha lanciato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e a depotenziare tale grave reato. Una donna che vede negato il carcere per i suoi carnefici subisce una seconda violenza - aggiunge la deputata del Pdl - Nessuna misura alternativa può essere accettata da una società che deve tendere a rafforzare i diritti e la tutela delle donne e non a rendere più semplice la vita di chi commette tali orribili reati su di esse».