28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Dottore «honoris causa» in relazioni internazionali

Napolitano: Contestare è legittimo, la violenza no

Il Presidente della Repubblica: La Politica e il Parlamento facciano le riforme, prosegua il sostegno a Monti

BOLOGNA - Mentre a Bruxelles i leader europei s'incontrano per sancire le nuove misure per rilanciare la crescita e l'occupazione, il neo dottore honoris causa in relazioni internazionali Giorgio Napolitano, chiede la «collaborazione» del Parlamento e dei partiti politici italiani, per continuare a sostenere, come è già stato fatto nelle scorse settimane, l'esecutivo di Mario Monti. Non pretende adesione totale sulle scelte del Governo, ma auspica che il confronto prosegua e il dissenso, legittimo in democrazia, non si trasformi in violenza.

La protesta degli «indignati» - Il Presidente della Repubblica parla dentro l'aula magna dell'Alma Mater di Bologna, mentre fuori gli «indignati» bolognesi - un centinaio di studenti universitari e qualche giovane dei centri sociali - lo contestano lanciando verso la polizia uova, pomodori e accendini. Le contestazioni, per il capo dello Stato, «se sono motivate» e «corrette» possono essere «prese in considerazione», altrimenti non valgono a nulla. E dello stesso parere è il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri che, all'indomani dal suo discorso sul rischio «cani sciolti» che potrebbero inserirsi in questo momento delicato per l'incertezza economica, ha subito sminuito le proteste degli Occupy Bologna: sono una «minoranza che non rappresenta sicuramente l'anima di Bologna» e del Paese.
«Metto in guardia contro la pericolosità di reazioni, a qualsiasi provvedimento legislativo, che vadano ben al di là di richieste di ascolto e confronto e anche di proteste nel rispetto della legalità, per sfociare nel ribellismo e in forzature e violenze inammissibili» ha detto Napolitano nella sua lezione, dopo aver accolto il nuovo titolo accademico dal rettore della più antica università Ivano Dionigi. In aula, oltre ai parlamentari bolognesi, ci sono i ministri dell'Istruzione Francesco Profumo, dell'interno Cancellieri, del Turismo Piero Gnudi (nel pomeriggio, durante una visita al centro culturale «Gramsci» si è presentato il titolare dei Rapporti col Parlamento Piero Giarda).

La Politica e il Parlamento facciano le riforme - Durante la sua lezione, Napolitano chiede al Parlamento di verificare al più preso «la possibilità di definire revisioni di norme della seconda parte della Costituzione». E per questo un ruolo «decisivo» l'avrà la politica a cui spetta il compito di «creare le condizioni per il rilancio di una competizione non lacerante» anche in vista delle elezioni del 2013. Nei prossimi mesi, avverte il capo dello Stato, occorrerà un occhio di riguardo per il dilagante «populismo» che che si è insinuato in tutta Europa, che ha «eroso antiche basi di fiducia nella politica, nei partiti tradizionali e nelle istituzioni». Napolitano lascia spazio al «confronto», ai nuovi modelli di partecipazione politica, ma avverte che il «miracolo delle nuove tecnologie informatiche» non deve trarre in inganno: «non c'è partecipazione individuale e collettiva efficace alla formazione delle decisioni politiche nelle sedi istituzionali senza il tramite dei partiti» anche se questi devono in tempi brevi pensare al proprio «autorinnovamento». «Tra il rifiutare i partiti e il rifiutare la politica, l'estraniarsi con disgusto dalla politica, il passo non è lungo - ha detto nella sua lezione - ed è fatale perché conduce alla fine della democrazia e quindi della libertà».
E un ultimo avvertimento del Presidente è a difesa della cultura: bene i tagli alla spesa pubblica, ma che non siano «alla cieca» e a colpi di «machete»: la crisi più grave per l'Italia, sarebbe «l'impoverimento culturale».