Costi politica: Mazzocchi, un Questore lavora di più di un Deputato
Così Antonio Mazzocchi (Pdl), questore della Camera, si difende dall'accusa dei deputati del Pd Giorgio Merlo e Mario Pepe: «Dal prossimo mese comunque ci taglieremo 11mila euro». Consolo (Fli): 17-18 ricorsi sui vitalizi, nessuno di Fli
ROMA - «Due polli in un pollaio fanno solo chiasso. Alle otto di sera di venerdì io sono ancora qui al lavoro, loro invece...». Così Antonio Mazzocchi (Pdl), questore della Camera, si difende dall'accusa dei deputati del Pd Giorgio Merlo e Mario Pepe che oggi hanno attaccato i Questori e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, accusandoli di non aver tagliato i propri privilegi.
«Si mettano d'accordo col proprio partito. Ieri - ha ricordato Mazzocchi - abbiamo fatto una riunione dove all'unanimità e proprio su proposta del capogruppo del Pd, Dario Franceschini, abbiamo preso dei provvedimenti sul rimborso che spetta a ogni deputato per il rapporto eletto-elettore: poiché sui portaborse sono avvenute una serie di controversie noi abbiamo detto che bisogna difendere i lavoratori e qualificarli facendo una legge apposita che fissi il contratto, l'orario e il salario in modo che il deputato non può fare più il furbo. Altri privilegi da tagliare non ci sono, abbiamo pure tolto un milione di euro ai viaggi...».
Dal prossimo mese comunque ci taglieremo 11mila euro - Quanto ai «privilegi» di Questori e Fini, Mazzocchi precisa: «Da quest'anno, da febbraio-marzo, si taglieranno 11 mila euro a testa i questori. E' una proposta che ho fatto io e che è stata condivisa. E comunque alle 8 di sera di venerdì io sono ancora alla Camera questi signori invece...un questore non può prendere quanto un deputato perché non è un deputato semplice. Venissero a fare loro il lavoro che facciamo noi. Io sto in sei commissioni, non sono un deputato semplice, ora finisco questa telefonata e devo parlare col responsabile immobili della Camera. Oltre alle funzioni parlamentari ne abbiamo anche di prettamente amministrative. Siamo come amministratori delegati di una società. E anche il differente trattamento del presidente della Camera è giusto, perché svolge le funzioni di terza carica dello Stato».
Consolo (Fli): 17-18 ricorsi sui vitalizi, nessuno di Fli - «Ho dato ordine di chiudere in cassaforte tutta la lista dei ricorsi presentati sul tema dei vitalizi parlamentari. La aprirò il primo febbraio». Lo spiega, interpellato al telefono, il deputato di Fli Giuseppe Consolo, presidente del consiglio di giurisdizione della Camera che dovrà decidere sui ricorsi presentati da «17-18 deputati» contro il nuovo sistema contributivo introdotto per i parlamentari da quest'anno.
Non fa nomi quindi Consolo ma dice: «Sono stati presentati da parlamentari in carica e da ex parlamentari». E le motivazioni sono diverse: «C'è chi l'ha presentato contro la mancata concessione del vitalizio e chi contro la riduzione del vitalizio stesso. Ma proprio per non screditare chi ha presentato il ricorso non renderò noti i nomi fino al primo febbraio». L'unica cosa che si limita a dire riguarda il suo gruppo: «Di Fli non c'è nessuno».
Sempre che il clamore suscitato dalla vicenda non porti i deputati in questione a ritirare il ricorso, il Consiglio di Giurisdizione dovrebbe esaminare i ricorsi in uno-due mesi al massimo: «Si fissa l'udienza di comparizione delle parti - spiega Consolo - durante la quale entrambe spiegano la loro posizione, la discutono oralmente, quindi il collegio decide».
Conte (Fli): Da Fini un segnale importante sui tagli - «La proposta del presidente Fini di assicurare ai deputati i rimborsi per i collaboratori solo quando le spese sono realmente esistenti e documentate, è la risposta giusta alla richiesta di trasparenza e di sobrietà che viene dalla pubblica opinione». Lo dice il vicepresidente del Gruppo Fli alla Camera, Giorgio Conte, in un'intervista pubblicata sul sito di Generazione Italia. «È bene sottolineare - aggiunge - che l'attività politica, in particolare quella parlamentare, se ben svolta richiede sostegno di spese ingenti che afferiscono alla gestione di uno staff di collaboratori, degli uffici di segreteria, degli strumenti informatici che non devono essere alibi di redditi nascosti, ma la concreta testimonianza dell'impegno politico».
«La necessaria trasparenza dell'attività politica - continua Conte - impegnerà il parlamentare a documentare le spese sostenute e in questo modo sarà utile anche verificare chi ha a cuore il rapporto con il territorio e con gli elettori e chi, invece, fino a questo punto ha interpretato questa somma come una parte del reddito personale».
Infine il vicepresidente dei deputati di Fli sottolinea che «questo provvedimento è un segnale importante, ma non produrrà un significativo risparmio. Certamente contribuirà a creare un clima di serietà e di responsabilità. Ma la vera rivoluzione è il taglio del numero dei parlamentati. Per questo il Parlamento deve passare dalle parole ai fatti e approvare subito la riforma che produrrebbe un consistente risparmio».