20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Intervista al settimanale «Oggi»

Camorra, Iervolino: Senza volerlo l'abbiamo aiutata anche noi

L'ex Sindaco di Napoli: «I pagamenti ritardati alle aziende hanno favorito la malavita. Un'azienda non può essere pagata con due anni di ritardo: o prende soldi a prestito o fallisce. E in tutti e due i casi ci sono le organizzazioni criminali pronte ad approfittarne»

NAPOLI - «Senza volerlo abbiamo aiutato la camorra». La dice la ex Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, in una intervista rilasciata al settimanale Oggi, domani in edicola, prendendo spunto dal caso di Giovanni Schiavon, imprenditore padovano suicida per non esser riuscito a riscuotere 250 mila euro da enti pubblici, per segnalare un perverso meccanismo economico innescato dai ritardi dello Stato nel pagamento dei fornitori. «Un'azienda non può essere pagata con due anni di ritardo: o prende soldi a prestito o fallisce. E in tutti e due i casi ci sono le organizzazioni criminali pronte ad approfittarne», ha sottolineato.

«Le banche - ha ricordato ancora dei suoi anni a palazzo San Giacomo - non brillano per generosità. E se l'imprenditore vuole indebitarsi chiede i soldi a chi li ha, ossia la camorra, che attraverso l'usura riesce a riciclare enormi quantità di danaro. Se invece una ditta non riesce ad andare avanti e fallisce, libera spazio per le aziende collegate alla malavita, che non hanno problemi di soldi e anche se lo Stato paga a due anni vengono alimentate dai proventi delle attività criminali».

«Li ho incontrati io gli imprenditori che chiedevano aiuto - ricorda Iervolino, sindaco dal 2001 al 2011 - e lo dicevano chiaro e tondo che erano costretti a gettarsi nelle braccia della camorra. Ma noi più che buone parole non eravamo in grado di dare». E il risultato non ha tardato a manifestarsi nelle liste di aziende candidate agli appalti del Comune. «All'inizio del mio mandato capitava che per ogni appalto la Prefettura escludesse una ditta per infiltrazione camorristiche. Alla fine ne escludeva tre o quattro. Segno che la camorra si era infiltrata nel tessuto delle imprese».