24 aprile 2024
Aggiornato 08:00
La decisione del Tribunale di Roma

Omicidio Donatoni, atti a PM per nuove indagini su agente Nocs

l'agente dei Nocs ucciso il 17 ottobre del 1997 a Riofreddo mentre era in corso un conflitto a fuoco con i rapitori dell'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini. Respinta la richiesta di archiviazione. Concessi 6 mesi di tempo

ROMA - La Procura di Roma deve tornare a indagare sulla morte di Samuele Donatoni, l'agente dei Nocs ucciso il 17 ottobre del 1997 a Riofreddo mentre era in corso un conflitto a fuoco con i rapitori dell'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini. Il gip Massimo Battistini ha respinto una richiesta di archiviazione presentata nel 2008 dall'allora procuratore aggiunto Franco Ionta e ribadita oggi in udienza da Pietro Saviotti, ed ha disposto che per altri sei mesi si approfondiscano gli accertamenti per chiarire, in modo definitivo, che cosa sia avvenuto quella sera sull'autostrada A24, nei pressi di Riofreddo.

Il giudice, con una ordinanza di 5 pagine, ha disposto l'acquisizione delle sentenze passate in giudicato per i sequestratori di Soffiantini e tutti gli atti compiuti dalla procura di Avezzano in relazione alle deposizioni di alcuni poliziotti che si sarebbero trovati accanto a Donatoni quando l'agente dei Nocs venne colpito. In udienza, oggi, erano presenti la mamma e il fratello di Donatoni, rappresentati dagli avvocati Armando Macrillò e Giulia Dragoni. La tesi del cosiddetto 'fuoco amico' è stata affermata dalla IV corte d'assise di Roma che aveva assolto il bandito Giovanni Farina dall'accusa di concorso nell'omicidio volontario.

In base all'originaria accusa l'omicidio Donatoni era da attribuire a Mario Moro, uno dei carcerieri dell'imprenditore di Manerbio. Il malvivente è poi morto in un conflitto a fuoco con la polizia. Dopo la sentenza della corte presieduta dal giudice Mario Almerighi e la conferma in Cassazione, l'agente Stefano Miscali è finito sotto inchiesta per omicidio colposo, l'agente Claudio Sorrentino, il comandante di quella operazione Claudio Clemente, l'ispettore Vittorio Filipponi e l'assistente capo della polizia in servizio presso i Nocs Nello Simone per falsa testimonianza.

Anche i funzionari della scientifica Paola Montagna e il suo superiore gerarchico Alfonso D'Alfonso sono finiti sotto indagine per omessa custodia delle armi usate nel corso del conflitto a fuoco dagli agenti. Sulla vicenda lo stesso Almerighi ha di recente scritto il libro 'Mistero di Stato'. Secondo il gip Battistini il quadro a carico degli indagati potrebbe mutare se venisse contestato il reato di calunnia aggravata o, quello più grave, di concorso in omicidio volontario.

In base all'impostazione del procuratore Ionta la ricostruzione della corte di Almerighi era illogica e basata su gracili prove scientifiche. Di recente, in seguito ad alcuni articoli di stampa, la vicenda Donatoni è stata messa in relazione a presunte prevaricazioni compiute in danno di un agente dei Nocs.
Quest'ultimo è parte offesa in un procedimento per cui è stato chiesto e ottenuto il giudizio nei confronti di altri due funzionari del corpo scelto della polizia, per minacce e lesioni.p>