23 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Rapporto Aci-Istat «Incidenti stradali 2010»

Incidenti stradali: diminuiscono i sinistri, ma ogni giorno 11 morti

Dal 2001 al 2010 gli incidenti sono scesi da 263.100 a 211.404 (-19,6%); i morti da 7.096 a 4.090 (-42,4%); i feriti da 373.286 a 302.735 (-18,9%). Più gravi fuori città, troppe vittime nel finesettimana. Precedenza, distrazione e velocità le cause. Allarme vittime tra i giovani, due al giorno

ROMA - Ogni giorno in Italia si verificano 579 incidenti stradali che provocano la morte di 11 persone e il ferimento di altre 829. Nel 2010 sono stati rilevati 211.404 sinistri che hanno causato il decesso di 4.090 persone e il ferimento di altre 302.735. Rispetto al 2009 si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-1,9%), dei feriti (-1,5%) e dei morti (-3,5%). È quanto emerge dal rapporto Aci-Istat «Incidenti stradali 2010», pubblicato oggi.

Dal 2001 al 2010 gli incidenti sono scesi da 263.100 a 211.404 (-19,6%); i morti da 7.096 a 4.090 (-42,4%); i feriti da 373.286 a 302.735 (-18,9%). Diminuito anche l'indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti) dal 2,7 del 2001 al 1,9 del 2010.
L'Italia è comunque ancora lontana dall'obiettivo europeo 2010 (la riduzione della mortalità stradale del 50%), siamo al quattordicesimo posto nella lista dei paesi più virtuosi dell'Ue a 27, con una riduzione del 42,4%. Meglio di noi, tra gli altri, Spagna (-55,2%), Francia (- 51,1%), Svezia (-49,9%), Portogallo (-49,4%), Irlanda (-48,4%), Germania (-47,7%), Regno Unito (-46%) e Belgio (-43,5%). Peggio di noi, invece, Olanda (-40,9%), Danimarca (-38,5%), Finlandia (-37,6%) e Grecia (-31,9%).
La media dell'Unione è del -42,8%. Lettonia ed Estonia i paesi che hanno fatto registrare la riduzione maggiore (-60,9% e -60,8%); la Romania quello che ha fatto registrare la riduzione minore: -3,1%.

Più gravi fuori città, troppe vittime nel finesettimana - Le strade più pericolose sono quelle urbane, ma gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane, seguite dalle autostrade. Il rapporto spiega come l'anno scorso il 75,6% degli incidenti si è verificato sulle strade urbane, con 1.759 morti (43% del totale) e 218.383 feriti (72,1%). Sulle autostrade si sono verificati 12.079 incidenti (5,7%), con 376 decessi (9,2%), in aumento (+7,4%) rispetto allo scorso anno e 20.667 feriti (6,8%). In diminuzione invece (-7%) il numero dei morti sulle strade urbane. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (statali, provinciali, comunali extraurbane e regionali): 5 decessi ogni 100 incidenti. Gli incidenti sulle strade urbane sono meno gravi, con 1,1 morti ogni 100 incidenti. Sulle autostrade l'indice di mortalità è pari a 3,1.
L'analisi dei dati nei grandi Comuni italiani (Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Catania) mostra notevoli differenze sul territorio dell'indice di mortalità, con valori che vanno dallo 0,5 all'1,7. I valori più elevati si registrano a Verona (1,7) e Palermo (1,6), mentre quelli più bassi a Milano e Bari (0,5). La diminuzione del numero dei morti ha raggiunto livelli superiori al 50% a Torino, Bari e Trieste, mentre presenta valori tra il 50% e 40% a Milano, Venezia, Firenze e Roma. Diminuzioni più contenute o valori stabili della variazione percentuale si registrano a Verona, Genova, Bologna, Napoli, Palermo, Messina e Catania.
Il mese «nero» per incidenti e decessi è luglio (21.272 incidenti, con 450 morti), mese con la media giornaliera più alta (686 incidenti e 15 vite spezzate). Febbraio quello con il numero più basso di incidenti (14.411) e morti (282), gennaio ha invece la media giornaliera più contenuta (492).
A livello settimanale venerdì e giovedì sono i giorni peggiori per numero di incidenti (33.570 e 31.927, rispettivamente 15,9 e 15,1%) e feriti (46.677 e 43.765, 15,4% e 14,5%). Il numero maggiore di morti si registra al sabato (702; 17,2%) e nel fine settimana c'è l'indice di mortalità più alto (3,1 morti ogni 100 incidenti la domenica, 2,4 il sabato). Il picco più elevato di incidentalità durante l'arco della giornata si registra intorno alle ore 18:00 (17.011 incidenti con 294 morti).
La notte si verificano meno incidenti, ma più pericolosi: tra le 22 e le 6 si sono verificati 27.310 incidenti (12,9%) che hanno causato il decesso di 999 persone (24,4%) e il ferimento di altre 45.573 (14,7%). Gli incidenti del venerdì e sabato notte sono pari al 42,6% del totale degli incidenti notturni; i morti e i feriti del venerdì e sabato notte rappresentano, rispettivamente, il 45,4% e il 45,3%.

Precedenza, distrazione e velocità le cause - Nel 2010 in Italia le prime tre cause di incidente sono state il mancato rispetto delle regole di precedenza (44.662 incidenti, il 17,1% del totale), la guida distratta (44.398, 17,1%) e la velocità elevata (30.155, 11,6%): da sole costituiscono il 45,7% dei casi.
Sulle strade urbane la prima causa di incidente è il mancato rispetto della precedenza o del semaforo (20,6%); sulle extraurbane, la guida distratta o andamento indeciso (21,2%), seguita dalla guida a velocità troppo elevata (19,1%).
La maggior parte degli incidenti stradali (74,4%) avviene tra due o più veicoli. Il 25,6% riguarda veicoli isolati. Più ricorrente lo scontro frontale-laterale (73.272 casi, il 34,7%) con 994 morti (25,3%) e 109.017 feriti (36%), seguito dal tamponamento (38.541 casi), con 395 morti e 64.181 persone ferite.
Tra gli incidenti a veicoli isolati, la fuoriuscita o sbandamento del veicolo rappresenta il caso più diffuso: 20.704 incidenti con 777 morti e 25.881 feriti. L'investimento di pedone rappresenta il 9,1% degli incidenti: 19.335 casi, in cui hanno perso la vita 569 persone e 21.846 sono rimaste ferite.
Le tipologie di incidenti più pericolose, secondo l'indice di mortalità sono lo scontro frontale (4,6), l'urto con ostacolo (4,1), la fuoriuscita di strada (3,8), l'investimento di pedone (2,9).

Allarme vittime tra i giovani, due al giorno - Allarme per i giovani vittime di incidenti stradali. Su 4.090 morti in sinistri nel 2010, 3.249 sono maschi (79,4%) e 841 femmine (20,56%): tra entrambi, però, i più colpiti sono i ragazzi tra i 20 e i 29 anni. Nell'ultimo anno sono state 736 le vite spezzate per un incidente, il 18% del totale, due al giorno.
Il rapporto spiega che anche per quanto riguarda i feriti in incidenti stradali, le età per le quali si registrano frequenze più elevate, per entrambi i sessi, sono quelle comprese tra i 20 e i 39 anni, con un picco nella classe di età 20-24.
Per le femmine si registrano valori alti anche nelle over 75, a causa del maggior coinvolgimento delle donne anziane come pedoni. Tra i morti 2.837 erano conducenti (69,4%), 639 passeggeri (15,6%) e 614 pedoni(15%).
Le auto sono la categoria di veicoli maggiormente coinvolta in incidenti stradali: 267.481 in valore assoluto, il 67,8% dei veicoli. Seguono motocicli (52.159; 13,2%), autocarri (27.346; 6,9%) motorini (22.208; 5,6%) e biciclette (15.565; 3.9%).
L'indice di mortalità medio dei veicoli è pari a 0,9, per motocicli e biciclette è doppio: 1,8 e 1,7. In aumento l'indice di mortalità delle minicar, da 1,1 del 2009, a 1,3 del 2010.
L'indice di mortalità dei motorini passa da 0,8 a 0,9, mentre quello delle auto resta stazionario a 0,7.