26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Un volto stampato su una fotografia in bianco e nero

Messina Denaro, il re-fantasma in attesa dello scacco matto

Il numero uno di Cosa nostra è latitante da 18 anni. Sulle sue tracce ci sono Polizia, Carabinieri, Gdf e Reparti speciali

PALERMO - Da 18 anni è un volto stampato su una fotografia in bianco e nero, o su un identikit ricostruito al computer. Di Matteo Messina Denaro, il dominus incontrastato di Cosa nostra, non si hanno più notizie dal 2 giugno 1993: quasi due decenni di latitanza perseguita quotidianamente dalle forze dell'ordine, che fino ad oggi, tra slanci e battute d'arresto nelle indagini, sono riuscite sì a far terra bruciata intorno a «Diabolik», senza però mettere le mani su quello che è considerato da tutti l'erede dei storici capi cortonesi. In un'inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica, si fa il punto su quella che in Sicilia, dopo la cattura di Provenzano nel 2006, è diventata la più frenetica caccia all'uomo degli ultimi anni. Una ricerca che secondo qualcuno potrebbe giungere presto al suo epilogo, e che già in passato, dopo gli arresti che hanno smantellato la rete di fedelissimi, è stata lì vicino a chiudersi.
Intanto, però, sulle tracce di Messina Denaro sono in tanti: polizia, carabinieri, guardia di finanza, reparti speciali. Persino gli uomini del capitano «Ultimo», quelli che catturarono Totò Riina, inseguono la primula rossa trapanese. Tutti con l'unico obiettivo di arrivare prima degli altri alla «preda», ma con il rischio concreto che questa sovrapposizione di indagini e di apparati possa finire per agevolare la fuga di «Diabolik».

Sulle sue tracce ci sono Polizia, Carabinieri, Gdf e Reparti speciali - Un obiettivo atipico Messina Denaro, lontano anni luce dall'immagine di Provenzano che nel suo diroccato covo corleonese mangiava ricotta e cicoria. Il capo di Cosa nostra è il «nuovo che avanza», è il boss che ama la bella vita fatta di auto di lusso, abiti firmati, affari milionari e belle donne, in uno stile che quotidianamente viene denunciato da alcuni coraggiosi cronisti locali, che da anni hanno avuto come unico argomento la sua cattura.
Matteo Messina Denaro da Castelvetrano, classe '62, figlio del vecchio boss Francesco Messina Denaro, oggi è un uomo solo, rimasto isolato dopo l'arresto del fratello Salvatore, del cognato Vincenzo Panicola, dei cugini Giovanni e Matteo Filardo.
Un'ombra, che non potendo più contare sul suo «apparato di comunicazioni», non è più in grado di parlare con la moglie, con la madre o con la figlia.
Intanto, però, «Diabolik» resta ancora un fantasma. E sebbene la ricerca sia difficile, ostacolata da mille intoppi e, soprattutto, dalla mancanza di fondi che spesso costringe addirittura i poliziotti ad anticipare di tasca propria i fondi per lavorare, la caccia all'uomo per consegnarlo alla storia continua.