28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Alla sbarra erano i vertici di Cosa nostra palermitana

Mafia: processo «Gotha», la Cassazione condanna a 13 anni il boss Nicchi

Alla sbarra erano gli uomini considerati la vera e propria rete di fiancheggiatori del padrino Bernardo Provenzano. Processo Rostagno, ascoltato l'ex dirigente della Mobile di Trapani

PALERMO - Le condanne per i vertici di Cosa nostra palermitana sono state confermate questa sera in Cassazione. La decisione dei giudici supremi riguarda 35 persone giudicate nell'ambito del processo «Gotha».
Alla sbarra erano gli uomini considerati la vera e propria rete di fiancheggiatori del padrino Bernardo Provenzano. Tra gli imputati c'era anche il giovane boss Gianni Nicchi, arrestato il 5 dicembre 2009, condannato definitivamente a 13 anni e considerato il pupillo del capomafia di Pagliarelli, coimputato, Antonino Rotolo.
La Cassazione ha anche deciso diversi annullamenti, rinviando ad altra sezione della Corte d'Appello di Palermo.

Processo Rostagno, ascoltato l'ex dirigente della Mobile di Trapani - E' ripreso stamani di fronte ai giudici della Corte d'Assise di Trapani il processo per l'omicidio di Mauro Rostagno, sociologo e giornalista ucciso la sera del 26 settembre 1988. Sul banco dei testimoni è salito l'ex dirigente della squadra mobile di Trapani Giuseppe Linares, autore di una informativa sul delitto Rostagno presentata nel gennaio 2008.
Parlando delle indagini sul delitto, Linares ha spiegato: «Da una verifica degli atti in possesso sul caso Rostagno ci accorgemmo che mai era stata effettuata una analisi balistica da parte della polizia scientifica della Polizia di Stato. Era stata fatta solo dai carabinieri, nell'immediatezza del delitto. L'idea era quella di comparare i reperti disponibili sul delitto Rostagno con i reperti di altri delitti commessi dalla mafia trapanese. A unire questi delitti - ha detto Linares - c'è il comune denominatore della disponibilità esclusiva di un fucile calibro 12, che giudiziariamente è stato attribuito come possesso e uso a Vito Mazzara, che in qualche occasione avrebbe fatto parte di commandi omicidi dei quali faceva parte anche l'attuale latitante Matteo Messina Denaro».

Imputati dell'omicidio sono il boss mafioso Vincenzo Virga, accusato di essere stato il mandante del delitto, e Vito Mazzara, considerato un componente del commando. Risponendo alle domande del presidente della Corte d'Assise, Angelo Pellino, riguardo ai rapporti personali tra i due imputati, Linares ha spiegato che «ci sono episodi di contatto indicati in sentenze come la cena cui parteciparono per festeggiare, nel Natale 1995, l'omicidio dell'agente di custodia Giuseppe Montalto». Linares ha fatto cenno poi ad intercettazioni in cui alcuni mafiosi parlano di Vito Mazzara come «un pezzo di storia», e quindi «va tenuto bene in considerazione».
Sulle ipotesi di movente dietro l'omicidio del fondatore della comunità Saman, Linares ha poi ricordato come Rostagno affrontasse «le vicende politiche trapanesi, mentre di mafia a Trapani si parlava poco. Tentava - ha detto Linares - di risvegliare una città dove pochi anni prima un sindaco si era permesso di dire che la mafia non esisteva. Questa sua vis non era raccolta da nessuno, mentre in quel periodo si procedeva a processare Mariano Agate boss di Mazara per il delitto del sindaco di Castelvetrano Lipari. Rostagno di questo processo parlava abbondantemente e, per quello che abbiamo saputo, questa circostanza dava fastidio a Cosa nostra. La mafia non lo poteva sopportare e i pentiti lo hanno confermato. Mauro era circondato dai lupi e i lupi lo hanno azzannato».

Dopo l'audizione di Linares, è stato ascoltato l'ispettore della squadra Mobile Angelo Palumbo il quale ha confermato la registrazione di alcune conversazioni tra Vito Mazzara e i suoi familiari. In una di esse, il boss farebbe riferimento ad un nascondiglio ricavato nella sua abitazione, chiedendo alla figlia di andare a controllare che dentro «non vi fosse nulla di compromettente».
Al termine della della deposizione di Palumbo, il presidente ha aggiornato il processo al prossimo 19 ottobre, quando saranno ascoltati i consulenti dei pm.