Scajola vede Berlusconi ma non basta, la «fronda» valuta un suo gruppo
Il Premier sull'UDC sbotta: «Ho già tentato tutto, ho messo in mezzo la Chiesa...». Stasera Scajola vedrà Beppe Pisanu, che al Senato è impegnato a coagulare consenso. Lo sco
ROMA - «Onorevole, resti il linea le passo il presidente». Alla cornetta c'è Silvio Berlusconi: «Mica Claudio davvero vuole sfiduciarmi? Mica mi vorrai davvero lasciare anche tu?». Il deputato contattato fa parte della componente frondista che fa capo a Scajola, la telefonata risale a ieri e l'intervento di Berlusconi in persona dimostra che il Cavaliere non sottovaluta affatto quanto sta accadendo nel Pdl. Nonostante il suo staff lasci trapelare una presunta indifferenza del premier, insomma, l'allarme è rosso e quanto accaduto oggi alla Camera sul Def dimostra che le nubi si addensano all'orizzonte. Oggi, faccia a faccia, Berlusconi e Scajola hanno avuto modo di discutere del futuro. L'ex ministro ha preannunciato al Cavaliere la raccolta di firme sul documento programmatico che ha come sbocco naturale la nascita di gruppi autonomi. Gli unici ammessi al faccia a faccia sono stati Gianni Letta e Fedele Confalonieri, quest'ultimo da tempo indicato come 'colomba' berlusconiana e grande ambasciatore con i centristi di Casini.
L'ex ministro, riferiscono diverse fonti, avrebbe insistito ancora una volta sulla necessità di aprire all'Udc. Ma il premier avrebbe risposto stizzito: «Ho già fatto tutti i tentativi, sempre andati a vuoto. Ho messo in mezzo pure la Chiesa...». Come a dire, l'argomento è pretestuoso. Ma se l'apertura all'Udc non è per Berlusconi una strada percorribile, diversa sarebbe l'ipotesi di un coinvolgimento dell'ex ministro nel governo. Al momento, però, riferiscono che abbia declinato l'invito. Molto critico si sarebbe mostrato Scajola con la gestione del Pdl. Il politico ligure avrebbe usato parole molto dure contro Denis Verdini e Ignazio La Russa, rei di non coinvolgerlo nel partito.
Stasera, comunque, Scajola vedrà Beppe Pisanu, che al Senato è impegnato a coagulare consenso. I due sarebbero intenzionati a raccogliere fin da domani le firme sul documento programmatico dei frondisti, il cui sbocco sembra essere quello dei gruppi autonomi. A limare le virgole saranno due parlamentari, Piero Testoni e Salvatore Lauro, da giorni a lavoro su un testo che mai è stato accantonato. La sintesi della strategia del gruppo dissidente la fa un fedelissimo di Scajola: «Tireremo la corda fino all'estremo, per vedere se Berlusconi ci sente». E se non darà ascolto ai 'consigli', compresa l'opzione del passo indietro? «Allora decideremo cosa fare...».
Lo scontro sulla legge elettorale - In effetti, un punto preoccupa gli scajoliani, ma anche una vasta area di ex An, compresa quella che fa capo ad Altero Matteoli. E' la legge elettorale, sembra oggetto di un durissimo braccio di ferro nel partito. E c'è chi chiede a Berlusconi di modificarla, mettendo fuori gioco il Terzo Polo per garantire i parlamentari uscenti. Con l'attuale sistema del voto, infatti, gli uomini di via dell'Umiltà hanno calcolato che resterebbero fuori dai palazzi il 40% dei parlamentari pidiellini.