12 ottobre 2025
Aggiornato 11:00
La «proposta» del Presidente della Repubblica

Napolitano cita l'«Esecutivo di tregua», Pdl in fermento

In Parlamento voci su Berlusconi tentato dal voto anticipato. Ma secondo alcuni dirigenti del Pd potrebbe essere agitata solo per motivi tattici, per «spaventare» i tanti «malpancisti&#

ROMA - Servirebbe un «Governo di tregua»: Giorgio Napolitano ricorre ancora alla storia italiana del dopoguerra per mandare un segnale preciso alle forze politiche. Dopo il richiamo a Finocchiaro Aprile per bocciare gli slogan secessionisti della Lega, il capo dello Stato ha fatto l'esempio del Governo Pella, seguito all'era De Gasperi, proprio per ribadire a tutti che anche in caso di crisi non è automatico il ritorno alle urne. Un 'messaggio nella bottiglia' arrivato proprio mentre in Parlamento tornano a circolare voci che descrivono Silvio Berlusconi tentato dalla carta delle elezioni anticipate.

Nelle chiacchierate in libertà tra parlamentari, questa mattina, teneva banco il racconto del «Cavaliere furioso»: Berlusconi, è la voce che girava, avrebbe preso assai male le tante assenze della maggioranza nel giorno in cui l'Aula di Montecitorio iniziava ad esaminare il ddl sulle intercettazioni e avrebbe fatto di nuovo balenare l'ipotesi di elezioni anticipate, in caso di stallo della maggioranza. Ipotesi, va detto, che secondo alcuni dirigenti del Pd potrebbe essere agitata solo per motivi tattici, per «spaventare» i tanti «malpancisti» del Pdl che sempre più danno segnali di insofferenza, da ultimo l'ex ministro Claudio Scajola e i suoi.

Napolitano, certo, non intende e non può entrare nella dialettica politica. Però raccontano che il capo dello Stato fosse informato di queste voci che circolavano alla Camera. E' vero che il presidente, spiega chi ha avuto modo di parlargli recentemente, sembra assai pessimista sulla possibilità di una evoluzione positiva della situazione, vista la situazione di sostanziale stallo: un Governo che ha i numeri ma, al tempo stesso, non riesce a nominare il Governatore della Banca d'Italia né ad accelerare sul dl sviluppo. E la capacità di Silvio Berlusconi di tenere ancora la maggioranza non fa ben sperare nemmeno per soluzioni di transizione in caso di crisi. Al punto che qualche commentatore nei giorni scorsi aveva descritto lo stesso Napolitano ormai rassegnato.

D'altro canto, il presidente non potrebbe non esercitare le sue prerogative in caso di crisi, e proprio questo pare essere il messaggio di oggi, che riecheggia quello lanciato a Cernobbio a settembre: se il Governo non ce la fa, il Quirinale sonderà la posizione delle forze politiche tenendo a mente la soluzione migliore per il Paese. E il richiamo al Governo di Giuseppe Pella, in questo contesto, fa capire che il capo dello Stato non pensa che il voto sia la prima strada da tentare: «Allora c'era bisogno di un governo di tregua e quella fu un'esperienza importante e utile che segnò anche il futuro dell'Italia repubblicana». Tanto più segnali interessanti sono arrivati in giornata non solo da Scajola, ma anche da Giuseppe Pisanu.