Gay, blog pirata pubblica la lista dei politici non dichiarati
Polemica nella comunità lgbt. Corsaro ironizza sul suo coinvolgimento. Carfagna: «Una bufala che fomenta l'intolleranza». Concia: «Apriamo una riflessione e non una guerra tra bande». Radicali: Sbagliato pubblicare la lista, sembra «metodo Boffo»
ROMA - Alla fine, la minaccia è diventata realtà: un blog pirata ha pubblicato una lista di 10 politici che, secondo informazioni in possesso dello stesso blog, sarebbero gay ma non lo direbbero pubblicamente, rilasciando spesso dichiarazioni considerabili tendenti all'omofobia. Nei giorni scorsi è nata una polemica all'interno della stessa comunità Lgbt sull'outing annunciato per oggi.
Grillini: «La lotta politica si fa mettendoci la faccia» - «E' sbagliato fare - ha commentato Franco Grillini, figura storica delle battaglie in Italia a favore degli omosessuali e oggi responsabile diritti civili e associazionismo dell'Idv - una lista di nomi, violando la privacy delle persone anche se, in alcuni casi, si tratta di omofobi patentati che fanno una politica senza coerenza con la propria identità. La pratica dell'outing ci lascia perplessi, perché la lotta politica si fa, mettendoci la faccia e correndo anche i relativi rischi. A differenza, invece, di quanto è avvenuto con la pubblicazione dei dieci nomi fatta da anonimi, su un sito registrato all'estero».
«Volendo trovare qualcosa di positivo in questa vicenda possiamo riflettere sulla gigantesca ipocrisia di molte persone di potere che sostengono una politica omofoba, clericale, opponendosi all'affermazione dei diritti civili per poi combinarne di tutti i colori nella vita personale, come fa Berlusconi. In un paese normale, con un normale standard democratico, queste persone sarebbero costrette immediatamente alle dimissioni. Ma si sa - ha concluso Grillini - l'Italia non è un paese normale».
Corsaro ci scherza su - Fra i nomi indicati nella lista c'è quello del Vicepresidente vicario dei deputati Pdl Massimo Corsaro che, in una dichiarazione, ci ha scherzato sopra. «Mi era giunta notizia che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante. Per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato - ha ironizzato- meglio così».
Carfagna: «Una bufala che fomenta l'intolleranza» - «Una bufala, cinica e violenta: diffamazione gratuita che non aiuta certo la causa della lotta contro l'omofobia, anzi, fomenta l'intolleranza e, quindi, la violenza». Così il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, sulla pubblicazione, in rete, da parte di anonimi, di una lista di presunti politici omofobi. «Il ricorso all'idea di lista - sottolinea ancora il ministro - riporta alla nostra memoria orrori del passato che non si ripeteranno. Tutti coloro che si battono per il rispetto degli omosessuali e dei loro diritti oggi condannano questa iniziativa ritenendola discriminatoria, sbagliata e controproducente: utilizzare il presunto orientamento sessuale come strumento politico è una bassezza».
«Il diritto e la libertà di essere se stessi - conclude Carfagna - è un principio fondamentale della Repubblica e tutti dovrebbero rispettarlo».
Gay center: «Lista piratesca, a passo con tempi in Italia» - «Quella della pubblicazione di nomi di politici presunti gay da parte di un sito web anonimo è un'operazione al passo con i tempi che sta vivendo l'Italia.
Un'azione piratesca, un outing all'amatriciana. Ci auguriamo non ci sia un ulteriore inasprimento della contrapposizione sul tema dei diritti delle persone omosessuali e transessuali». Lo dichiara in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.
«Come associazioni lesbiche, gay e trans - aggiunge Marrazzo - e come società in generale, dobbiamo impegnarci per fare in modo che ognuno viva con serenità e in modo pienamente visibile il proprio orientamento sessuale: questa è la nostra prima battaglia. Alle donne e agli uomini politici dobbiamo chiedere, come su ogni altro tema, la massima trasparenza e la massima coerenza».
Concia: «Apriamo una riflessione e non una guerra tra bande» - «L'outing rappresenta una pratica estrema e violenta che non fa parte della mia cultura politica, ma in questo caso è senza dubbio figlia dell'esasperazione dei cittadini omosessuali e transessuali che ogni giorno sono vessati e costretti a subire discriminazioni inaccettabili e sono cittadini senza alcun diritto». Lo afferma la deputata Pd Anna Paola Concia.
«Voglio fare un appello, a tutti, sia a coloro che sono a favore, sia a coloro che sono contrari l'outing: non trasformiamo questa vicenda così delicata in una guerra tra bande - continua - Da questa pratica estrema mi piacerebbe che scaturisse una riflessione collettiva su cosa significa la coerenza in politica, quali siano i limiti della privacy per i politici e su come viene percepita l'omosessualità nel nostro paese».
«Sono convinta che se si aprisse una riflessione seria e condivisa su questa vicenda, il nostro paese potrebbe uscirne arricchito. Io sono disponibile sin da subito a ragionare su questi tre temi: coerenza in politica, privacy e percezione dell'omosessualità nel nostro paese», conclude.
Marino: «Lista frutto della radicalizzazione del dibattito politico» - «Da questa vicenda dovremmo prendere spunto per avviare una riflessione pacata e rigorosa. Non condivido questa operazione di outing forzato poiché lede profondamente la sensibilità e il diritto alla privacy delle persone coinvolte. Ritengo tuttavia che, per quanto sconsiderata, questa iniziativa sia figlia della radicalizzazione del dibattito sui diritti civili e la lotta all'omofobia». Così Ignazio Marino, senatore del Partito Democratico.
«Viviamo in un Paese - continua Marino - che non ha ancora una normativa sulle unioni civili perché la cultura dei diritti è arretrata, e la politica è incapace di affermare 'laicamente' il principio della piena uguaglianza dei cittadini. Alla Camera, poi, è stata affossata la legge contro l'omofobia negando una protezione contro le aggressioni agli omosessuali. Questa mancanza di garanzie e tutele rende il Paese più fragile, è ora di porvi rimedio con provvedimenti concreti e non ipocriti sui diritti».
Radicali: Sbagliato pubblicare la lista, sembra «metodo Boffo» - Non è piaciuta, all'associazione Certi Diritti, dei Radicali, la pubblicazione, su un blog pirata di «un elenco di personalità politiche, presunte gay, e omofobe, su un sito anonimo, depositato all'estero» e lo paragona al vecchio «caso Boffo».
«L'outing - si legge in una nota dell'associazione - è uno strumento di per sè contraddittorio, utilizzato solo in alcune delle nazioni che sono all'avanguardia nella lotta dei diritti civili di gay e lesbiche, e sempre con risultati ambigui. Siamo certi che se l'Italia fosse stata una nazione capace di trattare con dignità le persone omosessuali (in politica come nelle religioni, nelle istituzioni laiche così come nei media) si poteva risparmiare questo episodio che sicuramente non sarà ricordato come la punta di diamante della conquista dei diritti civili in Italia per le persone gay e lesbiche».
«In particolare - si legge ancora nella nota - colpisce l'assoluta mancanza di responsabilità (e addirittura di identità) da parte di chi accusa. Cosa che inoltre fa pensare che le accuse non potranno essere corredate delle necessarie prove, oltre che del contraddittorio che ci si aspetta in simili contesti. Messa così, tutta questa operazione potrà apparire esclusivamente pretestuosa, come già fu per il famoso caso Boffo».