Tosi (Lega): «Berlusconi si faccia da parte»
Il Sindaco di Verona: «Serve una svolta vera e rapida prima del 2013». Borghezio: «Milanese? Chi sbaglia deve pagare»
VERONA - «Un ciclo è concluso. La cosa migliore sarebbe che Silvio Berlusconi decidesse di farsi da parte. Ma non nel 2013: il prima possibile». Così in un'intervista al Corriere della sera il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi.
«La realtà è che un tempo Berlusconi vinceva da solo le campagne elettorali con lampi di genio e un'inventiva straordinaria. Oggi, quel ciclo pare concluso. E la crisi di fiducia gravissima che la politica sta attraversando richiede una svolta vera. E rapida. Non possiamo consentirci il lusso di aspettare il 2013», afferma Tosi. «Le elezioni adesso sarebbero una cosa da pazzi. Mentre i governi degli unti del signore che volano tre metri sopra il cielo e ci spiegano come si governa senza averlo mai fatto, non mi hanno mai convinto. No, ci vorrebbe una svolta dentro la stessa maggioranza», conclude Tosi. Un passo indietro di Berlusconi «sarebbe, credo, la cosa migliore. Che tra l'altro penso potrebbe portare alla maggioranza nuovi consensi».
Borghezio: «Milanese? Chi sbaglia deve pagare, nessuno sconto» - «Parlo a titolo personale e non so quale decisione prenderà Bossi. A livello generale posso dire che, pur non conoscendo la persona e pur non avendo letto le carte, non mi sembra che non ci sia il clima di dare l'impressione alla nostra gente che si facciano sconti». Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio, nel corso del suo intervento al programma tv KlausCondicio, a proposito della richiesta di arresto avanzata dai magistrati di Napoli a carico del deputato Pdl Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti.
«Da noi - ha proseguito Borghezio - vige la regole del chi sbaglia paga e quindi i salvataggi della casta in questo momento non mi sembrerebbero una cosa bella. Ovviamente quando non si tratta di accuse riguardanti opinioni espresse, cose sulle quali siamo iper garantisti. Ma un sano garantismo non deve sconfinare in protezione della casta».