Renzo Bossi: Mio nome usato per pompare le notizie
Nelle perquisizioni la Finanza non ha trovato nulla
MILANO - Renzo Bossi, il figlio del leader della Lega Nord, nega qualsiasi coinvolgimento nell'inchiesta della Procura di Brescia su presunti dossier illegali costruiti, secondo l'accusa, per favorire lo stesso Bossi junior rispetto ad altri possibili candidati leghisti alle ultime elezioni regionali. Un'inchiesta per la quale due giorni fa sono stati perquisiti gli uffici dell'assessore regionale lombardo allo Sport, Monica Rizzi, considerata la madrina politica del «Trota».
Tutti sanno che con questa inchiesta io non c'entro. Sono i giornali - ha detto Renzo Bossi - che hanno usato il mio nome per pompare le notizie. Si deve parlare di dossier se si trovano, ma fino ad oggi tutti ne parlano e nelle perquisizioni la Finanza non ha trovato nulla».
Secondo il figlio del Senatur, Rizzi viene dunque colpita per attaccarlo indirettamente e per colpire la propria famiglia. «Potete chiedere a chiunque: io ho girato tutta la provincia di Brescia - ha concluso Bossi junior - comune per comune per più di due mesi e la giro ancora adesso per ascoltare la gente, quindi non è quello il problema».
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