29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
La vita dei partiti | PD

Fioroni e Di Pietro più vicini su questione morale e alternativa

Dibattito organizzato dal PD romano. Ma sul Terzo Polo e il voto anticipato restano divergenze

ROMA - Inedita intesa su questione morale e centrosinistra per l'alternativa di governo. E' quella che è andata in scena oggi pomeriggio tra Beppe Fioroni e Antonio Di Pietro durante un dibattito organizzato dal Pd romano. I due esponenti del centrosinistra, notoriamente non proprio d'accordo su tutto, si ritrovano anche grazie alla svolta impressa dall'ex pm alla linea politica di Idv per il dopo-Berlusconi. «Sfatiamo un mito: al governo tra me e Fioroni non ci sono differenze, forse ci sono state all'opposizione, ma più che altro sul metodo, in realtà tornare al governo con lui non solo non mi spaventa ma me lo auguro», scandisce Di Pietro che nella sua 'fase due' ritiene che non sia più il tempo della «protesta fine a se stessa» quanto quello della «proposta», della «sintesi, del compromesso in senso buono». Al leader di Modem piace la chiusa con la quale l'ex pm archivia definitivamente il movimentismo: «Non è mai troppo tardi - dice - aver capito che una stagione si è chiusa e una nuova si apre con un'assunzione di responsabilità».

Per cominciare Fioroni e Di Pietro sono stati chiamati a rispondere sulle vicende giudiziarie che stanno investendo alcuni esponenti del Pd ed entrambi ritengono che non si debba fare «di tutta l'erba un fascio», e chiedono che piuttosto siano messe in pratica nei partiti delle regole precise di condotta per i politici coinvolti nelle inchieste. Il leader di Idv, in particolare, chiede alla coalizione di fissare alcune regole d'oro: i condannati non si candidano e se vengono condannati durante il mandato decadono automaticamente. «Il Pd ha un codice etico che nella pratica non è ancora stato adottato», ammette Fioroni che aggiunge sulla vicenda Penati «io non ho mai usato le vicende giudiziarie nè con gli avversari nè all'interno del partito, rendo atto a Penati del coraggio della scelta di dimettersi dal consiglio regionale lombardo e penso che la superiorità morale non esiste». «Se tutti facessero così sarebbe meglio - gli fa eco Di Pietro - chi è rinviato a giudizio non può assumere incarichi di governo centrale o locale finchè è sotto processo» ma detto questo «non buttiamo il bambino con l'acqua sporca, sia nella prima che nella Seconda repubblica ci sono persone che hanno fatto politica per farsi gli affari propri ma, come anche nella Dc di allora, ci sono anche persone che non lo fanno. Idv è meno compromessa - ammette - anche perchè è meno presente nelle istituzioni, insomma essere onesti quando non stai nelle leve del potere è molto più facile».

Le analisi dei due si distinguono però sul futuro del centrosinistra. Da un lato infatti Di Pietro chiede elezioni subito e sollecita il Pd a costruire l'alleanza con Idv e Sel senza andare «dietro alla chimera del terzo polo che alla fine, ci scommetto il mignolo della mano sinistra, andrà da solo». La preoccupazione di Fioroni è invece esattamente opposta: «Il dopo Berlusconi non lo stiamo studiando solo noi, lo studia anche il centrodestra e non vorrei che per l'incapacità della nostra classe dirigente di mandarlo a casa il terzo polo se ne vada con loro e noi rimanessimo da soli. Non vorrei poi - ha fatto intendere Fioroni - che tra di noi ci fosse qualcuno che si sente orfano di Berlusconi e pensi che sia meglio tenerlo in piedi per potersi fare un altro giro di giostra. La nostra classe dirigente deve mandare a casa Berlusconi e lo deve fare all'interno del Parlamento, altrimenti ci sarà una lenta agonia fino al 2013».