31 luglio 2025
Aggiornato 07:00
Governo | Maggioranza

Salta l'incontro Bossi-Berlusconi, «test fedeltà» per la Lega?

E l'orizzonte del Cavaliere sembra ancora quello del 2013

ROMA - Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si dovranno chiarire faccia a faccia, per capire se - dopo la spaccatura della maggioranza nel voto su Alfonso Papa - esista ancora un asse Lega-Pdl a sostegno del governo. Ma l'incontro non si terrà presto come il presidente del Consiglio avrebbe voluto. Il senatur non sarà infatti al Consiglio dei ministri di oggi, a causa di una operazione alla cataratta a cui si è sottoposto ieri.

«Oggi non ho sentito Bossi, sono partito stamane dall'Italia. Gli ho telefonato per fargli gli auguri ma non l'ho trovato» ha detto Berlusconi, lasciando il vertice Ue a Bruxelles, e ridimensionando il mancato incontro: «Bossi è stato impedito» a partecipare alla riunione dell'esecutivo dall'intervento di cataratta. «Non credo sia un momento delicato, ci sono state situazioni interne a un partito della coalizione, ma ho avuto rassicurazioni precise che non c'è nessun rischio per la coalizione di governo». Ma a chi gli chiedeva se abbia chiarito con il ministro dell'Interno Roberto Maroni dopo il caso Papa: «Tutto chiarito? Altra domanda...», ha replicato il Cavaliere.

TEST PER LA LEGA - Così dopo il voto storico della Camera a favore dell'arresto di un deputato, nella maggioranza si continua a riflettere sulle conseguenze.
Il presidente del Consiglio in realtà starebbe valutando se mettere alla prova l'alleato Bossi. La modalità è in corso di valutazione, una delle ipotesi sarebbe quella di accelerare su un provvedimento delicato - (le intercettazioni?) - e vedere se il Carroccio è pronto a garantire ancora la fiducia all'esecutivo. I vertici del Pdl hanno sondato le intenzioni della Lega in un incontro con Roberto Calderoli. Nulla è ancora deciso.

Certo, il premier preferirebbe risolvere la questione con il ricorso al faccia a faccia con il senatùr. Ma stavolta c'è un problema in più, come ha ripetuto Berlusconi a tutti gli interlocutori, «Umberto non garantisce più per i suoi e ha ricevuto uno schiaffo da Maroni». E già, perché proprio Bossi aveva assicurato un esito diverso per la vicenda Papa, «mi aveva detto che tutto sarebbe andato a posto». Non è finita così.

ORIZZONTE 2013 - L'orizzonte del premier, riferiscono non senza stupore alcuni dirigenti del Pdl, sembra comunque rimanere quello del 2013. Nonostante tutto, nonostante soprattutto le insistenti voci su una Lega pronta a sfilarsi, Berlusconi - come accadde con i finiani - sembra voler adottare la medesima strategia: andare avanti, farsi sfiduciare, certo non mollare. Nonostante, riferiscono, le insistenti voci su nuove ondate giudiziarie pronte ad abbattersi su un partito ancora sotto choc per l'arresto di Papa. E nonostante un umore cupo, mostrato anche alle telecamere che ne intercettavano l'ingresso al vertice straordinario Ue, dove il Cavaliere ha trascorso l'intera giornata a contatto con i leader europei, incassando l'apprezzamento europeo per la manovra appena varata, lontano dai problemi italiani e da Roma.