19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Negano di ispirarsi alle idee del cardinal Ruini

Nuovo «Manifesto» dei Cattolici in politica: ma non rifacciamo la Dc

Cartello con Cisl, Mcl e Cdo dopo l'iniziativa di monsignor Toso

ROMA - Negano di ispirarsi alle idee del cardinal Ruini. Rivendicano, più in generale, di non essere etero-diretti dai vescovi o dal Vaticano. E non vogliono arrivare impreparati all'eventualità di un futuro politico post-berlusconiano, escludendo, però, la rinascita della Democrazia cristiana. A pochi giorni da un convegno nel quale il segretario del Pontificio consiglio Giustizia e pace, mons. Mario Toso, ha invitato parlamentari cattolici di tutti gli schieramenti a valutare l'ipotesi di un nuovo partito di ispirazione cristiana, oggi gli esponenti di sette associazioni hanno presentato a Roma il loro 'Manifesto per la buona politica e il bene comune'.

«Il problema in questo momento non sono i progetti ma i soggetti», riassume Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere. «Il vero problema è chi si muove e noi ci siamo mossi prima. Il nostro treno è partito. Non abbiamo l'esclusiva e speriamo che altri parteciperanno, ma noi vogliamo contribuire a cambiare il quadro politico in tempi abbastanza veloci». Niente nuovi partiti cattolici? «Ora non è questo il problema. Un cattolico in questo momento deve chiedersi come contribuire a ricostruire questo paese. C'è bisogno che la società civile rinasca e si assuma le sua responsabilità. Il problema in questo momento è dare spazi, incoraggiare questi fermenti».

Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni era presente all'incontro convocato dall'esponente vaticano ed è presente alla conferenza stampa odierna. «La nostra iniziativa non è in piedi perché Toso ha dato vita ad un altro incontro l'altroieri», spiega. Sulla stessa linea Natale Forlani: il portavoce del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro - il cartello che ha organizzato l'odierna conferenza stampa - è anche direttore generale all'immigrazione del ministero del Lavoro, ed è stato segretario confederale della Cisl, e coautore del Libro bianco sul lavoro con Marco Biagi.

«C'è un'insufficienza del quadro politico ad affrontare i problemi. Se il Governo cadesse domani noi saremmo i più pronti. C'è spazio per il protagonismo dei cattolici, non per un nuovo partito di cattolici». Se l'iniziativa di Toso - afferma Forlani - era «partita dalla Segreteria di Stato vaticana», il portavoce del Forum nega che il nuovo manifesto si muova sulle orme del 'ruinismo'. «Noi - afferma - ci conosciamo da molto tempo, ora abbiamo maturato l'idea di essere un punto di riferimento per il mondo cattolico».

Al tavolo siedono anche Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori, Sergio Marini, presidente di Coldiretti, Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, Luigi Marino, presidente di Confcooperative, Andrea Olivero, presidente delle Acli. In sala, a differenza dell'incontro di mons. Toso, si vede un solo parlamentare, Andrea Sarubbi del Pd. In prima fila siede però la sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. Un esponente del Governo? «No, sono qui come rappresentante del Family day», si schernisce. «Credo nella vitalità dell'associazionismo cattolico, credo molto di meno nella ricostruzione di un grande centro o della Democrazia cristiana. L'unità dei cattolici è possibile sugli obiettivi. Altre ipotesi sono farraginose, tentativi a tavolino». L'iniziativa odierna avrà un seguito in autunno con un convegno al quale parteciperanno esponenti di associazioni, università e mondo delle banche.

Gli esponenti delle diverse associazioni partono dallo stesso punto di partenza illustrato da mons. Toso ai parlamentari cattolici e nel loro 'manifesto' spiegano di aderire «con convinzione e determinazione all'appello del Papa, ribadito dai vescovi italiani, per un impegno fecondo dei cattolici rivolto al rinnovamento morale e civile della politica nazionale. Per spirito di servizio, non - sottolineano - per rivendicare primazie, ma con finalità di contribuire alla costruzione del bene comune». In questo senso, però, «la strada è quella di una grande, generosa, generale mobilitazione delle energie civili, sociali, imprenditoriali degli italiani che metta in moto le forze positive che si esprimono nella società al servizio del bene comune».

Tra i punti programmatici il 'manifesto' chiede «una nuova stagione di riforme istituzionali ed economico-sociali», la riduzione dei «costi della politica», la riduzione di evasione fiscale, la semplificazione della burocrazia, il miglior funzionamento della giustizia civile e un maggior sostegno a «forze produttive e famiglie». Ancora, «diamo spazio e fiducia alla sussidiarietà per offrire nuove frontiere per la previdenza, la sanità, l'assistenza, la formazione e le tutele attive nel mercato del lavoro». Infine, «innalzare la qualità della classe dirigente del nostro Paese e promuoverne il rinnovamento qualitativo, generazionale e di genere» anche con «processi di formazione e selezione di giovani per l'impegno sociale e politico», una reintroduzione delle «preferenze» al momento del voto e «l'adozione di una legge elettorale su base proporzionale, garantendo la rappresentanza parlamentare ai partiti politici che abbiano ricevuto un adeguato consenso e vincoli di coalizione che favoriscano la stabilità dei Governi».