28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Si riunisce domani mattina

Direzione PD, verso mediazione su odg riforma voto

Il Segretario Bersani rilancerà sulle proposte dei tagli ai costi della politica e manovra

ROMA - Manovra, costi della politica e riforma della legge elettorale. E' l'ordine del giorno della Direzione del Pd che si riunisce domani mattina a largo del Nazareno. Inizialmente convocata dal segretario, Pier Luigi Bersani, per dirimere il nodo della riforma del sistema di voto che vede contrapposte due anime all'interno del partito, quella dei proporzionalisti e quella dei bipolaristi, (entrambi pronti a sostenere due distinti referendum per superare il porcellum) la riunione di domani si dedicherà anche ai temi di più scottante attualità. Anche perchè sembra possibile una mediazione che metta d'accordo tutti con un ordine del giorno che sancisce che il Pd è per il bipolarismo e il maggioritario, con una correzione proporzionale.

Nell'intenzione di Bersani quella di domani dovrà essere una Direzione in cui il Pd lancia le sue proposte, sulla manovra, sui costi della politica e sulla legge elettorale. In particolare sul fronte caldo dei tagli ai privilegi della casta oggi i Democratici hanno rilanciato i contenuti delle proposte già avanzate sotto forma di emendamenti alla manovra e sulle quali intendono tornare con disegni di legge, come quello sulla riduzione del numero dei parlamentari, da calendarizzare in Parlamento già a settembre, e come quello della riduzione dei vitalizi che può essere discusso durante l'approvazione del bilancio della Camera prevista per fine luglio.

Intanto Stefano Passigli, promotore del referendum per il ritorno al proporzionale ha lanciato un ramoscello d'ulivo agli 'avversari' del quesito per il ritorno al Mattarellum, Veltroni, Parisi e Co. proponendo loro di raccogliere insieme le firme per evitare una «dannosa contrapposizione». Una proposta che ha lasciato freddi i bipolaristi: «Vediamo cosa decide la Direzione del Pd e poi si riunirà il comitato promotore per esprimersi su questa proposta», ha spiegato Stefano Ceccanti, uno dei membri, sottolineando che in ogni caso «sembra improponibile raccogliere le firme su quesiti così diversi tra loro». In realtà la proposta di Passigli, spiegano dirigenti del Pd che hanno parlato con l'ex senatore, potrebbe essere una soluzione per 'superare' entrambi i referendum che, se rimangono in campo, rischiano di annullarsi a vicenda, e per evitare al partito di dividersi e di alimentare polemiche interne.

Dal fronte dei sostenitori del Mattarellum invece si sottolinea che la soluzione migliore è quella di un pronunciamento della Direzione sulla linea politica del Pd in tema di legge elettorale, che sancisca il no al proporzionale e che ribadisca che il superamento del porcellum deve portare a un sistema maggioritario, con correzione proporzionale, come del resto ha ricordato lo stesso Bersani in una recente intervista all'Unità. Esponenti della minoranza hanno sottolineato poi l'importanza della «consonanza di vedute» tra tutti i principali dirigenti, Veltroni, D'Alema, e lo stesso Bersani, sulla posizione del Pd rispetto alla crisi del governo, ossia un esecutivo senza Berlusconi che aiuti il paese a superare questa fase difficile e che modifichi la legge elettorale, guidato da un autorevole figura di profilo europeo. Se è così però, osserva un altro dirigente democratico, «la proposta del Pd in tema di riforma del sistema di voto dovrà inevitabilmente tenere conto delle altre opposizioni ma soprattutto della Lega, senza la quale questo scenario è impraticabile» e il Carroccio, ormai è noto, vorrebbe un sistema che gli garantisca autonomia e quorum regionali.