27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Cronaca | Roma

Per 6 volte in pronto soccorso ma viene rifiutato: è morto

In 4 diversi ospedali. Polverini chiede una verifica alla Asl

ROMA - Una tragica odissea con esito mortale: vittima Giorgio Manni, 51 anni, muratore, agli arresti domiciliari per «una piccola storia di droga». L'uomo, riporta oggi il quotidiano Il Messaggero, per sei volte è andato al pronto soccorso, in quattro differenti ospedali di Roma, perchè si sentiva male, aveva difficoltà respiratorie, forti dolori ai reni. Per cinque volte è stato rimandato a casa sollecitando una terapia domiciliare dopo avergli fatto una flebo, qualche puntura, misurata la pressione. L'ultima corsa - riferisce il quotidiano - in autoambulanza in un pronto soccorso in cui, davanti a Giorgio cianotico, il medico capisce la gravità della situazione. L'uomo viene trasferito al policlinico di Tor Vergata, dove avrebbe dovuto essere operato d'urgenza per un versamento polmonare e dove, il 15 luglio, è morto. A denunciare la vicenda è la sorella. La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha chiesto alla direzione sanitaria della Asl RmG di attivare immediatamente una commissione d'inchiesta sul decesso di Manni. «Ho contattato il direttore sanitario - spiega Polverini in una nota - e ho sollecitato l'avvio immediato di una verifica affinché si faccia piena chiarezza su quanto accaduto negli accessi al Pronto soccorso».

Sulla vicenda è intervenuto anche Francesco Proietti Cosimi, deputato di Futuro e Libertà, che annuncia che avanzerà una richiesta alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari «affinché si faccia chiarezza sulla vicenda». «Come è possibile - si chiede in una nota - che un uomo recatosi per sei volte al pronto soccorso venga rimandato puntualmente a casa, fino all'ultima in cui è morto? L'inaccettabile giustificazione del personale sanitario sembra appigliarsi - prosegue - al sovraffollamento delle strutture di cura laziali, ma ciò, avendo causato la morte di un essere umano, è assolutamente inaccettabile».