La Russa: Bossi si scordi il ritiro delle misioni
E Romani accusa: «Se abbiamo perso è perchè hanno votato anche i leghisti e i loro dirigenti»
ROMA - Insomma, se Bossi a Pontida chiederà lo stop delle missioni militari, chiarisce il ministro della Difesa, sarà solo facile propaganda e non otterrà quello che vuole», perchè la graduale riduzione della nostra presenza in Kosovo e Afghanistan «è stata decisa con i nostri alleati». Quanto al Libano «notificherò presto che scenderemo a mille uomini, non uno di più del contingente spagnolo cui abbiamo passato il comando», questa la replica del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, alle voci che indicano nell’immediato ritiro delle missioni militari all’estero una delle richieste vincolanti che Bossi farà al prossimo raduno di Pontida.
IGNAZIO LA RUSSA: DAL GOVERNO NESSUNO SI SFILERA’, MA ORA CI VUOLE CORAGGIO - Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il risultato dei referendum non avrà effetti sul governo, che «non è a rischio» perché «nessuno si sfilerà».
Zero timori anche nei confronti della verifica del 22 giugno, quando il ministro si dice certo che «si voterà, perchè in questi casi qualcuno lo chiede sempre».Per placare il Carroccio, comunque, secondo La Russa, intervistato dalla Stampa, serve «un segnale forte nell'azione di governo. Nessuno chiede temerarietà ma adesso, dopo la prudenza, ci vuole coraggio».
ROMANI: LA LEGA CI ADDOSSA TUTTE LE COLPE MA SBAGLIA,HANNO VOTATO ANCHE I LORO MINISTRI - La Lega «sbaglia a interpretare il risultato del referendum come una sberla politica», perchè se è vero che «si è raggiunto il quorum grazie anche agli elettori del Pdl», allo stesso modo «sono andati a votare anche i loro elettori e i loro amministratori». Ne è convinto il ministro Sviluppo economico Paolo Romani, il quale sottolinea che «il referendum ha intercettato un moto trasversale ai partiti» e «per questo è necessario fare scelte chiare per ripartire».
ORA PUNTIAMO SULLE RINNOVABILI - Poi, spiega Romani in un'altra intervista almeno sul nucleare «il risultato conferma la linea che il governo aveva già fatto propria» prima con la moratoria, poi con l'abrogazione definitiva della legge sulla ripresa della strategia nucleare. E la vittoria dei si' spinge anche «ad accelerare sulle rinnovabili».