1 maggio 2024
Aggiornato 15:00
Avanti fino al 2013

Berlusconi (per ora) frena la voglia di voto della Lega

Vertice ad Arcore: Rappresentanze dei Ministeri a Nord, ma nulla di fatto sul taglio delle tasse

ROMA - Di necessità virtù: caduti insieme, solo insieme ci si può rialzare. E, almeno per ora, l'orizzonte temporale della legislatura deve rimanere quello del 2013, senza ipotizzare cambi in corsa alla guida di palazzo Chigi. E questo sebbene per la carta che avrebbe dovuto risollevare l'asse Pdl-Lega, ovvero il taglio delle tasse, bisognerà ancora aspettare, «se le condizioni ce lo permetteranno».

Avanti fino al 2013 - Il ragionamento con cui Silvio Berlusconi ha accolto ad Arcore i vertici della Lega che accarezzavano l'idea di elezioni anticipate è stato semplice: alle amministrative abbiamo perso noi, ma avete perso anche voi. E soprattutto, non esiste alternativa a questa maggioranza e a questo premier. Perchè il Cavaliere, raccontano dal Pdl, avrebbe anche messo sul tavolo - come argomento puramente retorico - un suo ipotetico passo indietro, per poi però avvertire: senza di me non riuscireste a fare niente, nè esiste una maggioranza diversa che possa fare le riforme care alla Lega. Dunque l'intesa sarebbe stata quella di provare ad andare avanti così, cercando però di sfruttare i prossimi mesi per ridare slancio all'azione di governo, altrimenti il rischio (che si vada a votare nel 2012 o nel 2013) sarebbe quello di prendere un'altra sberla. Un ragionamento che per ora sembra aver convinto il Carroccio: «Avanti insieme fino al 2013», è la dichiarazione di Angelino Alfano, concordata al termine del vertice con Umberto Bossi e lo stato maggiore della Lega. Né si sarebbe parlato - ha sostenuto lo stesso Berlusconi - di eventuali vicepremier o del prossimo candidato a palazzo Chigi.

Ma su come riuscire a rilanciare l'azione di governo, una linea chiara ancora non c'è. Sul taglio delle tasse lo stesso Berlusconi, nelle dichiarazioni pubbliche, non può andare oltre un generico «vedremo cosa si potrà fare». Perchè ad Arcore Giulio Tremonti avrebbe ribadito ancora una volta i rischi che un'operazione di questo tipo avrebbe sulla tenuta dei conti pubblici: non solo nei confronti di Bruxelles, sarebbe stato il ragionamento del ministro dell'Economia, ma soprattutto per le agenzie di rating che tengono gli occhi puntati sull'Italia.

La Lega potrebbe però aver ottenuto un'intesa sul «trasloco» dei ministeri: aprire «uffici di rappresentanza altamente operativi» nelle città del nord. Una formula che tradotta potrebbe voler dire mettere a disposizione di Bossi e Calderoli strutture adeguate per poter guidare i loro Dipartimenti direttamente da Milano. Così come il Carroccio, nella partita conti pubblici, potrebbe ottenere un risultato particolarmente sentito dai suoi amministratori locali: una diversa contabilizzazione delle spese per investimenti degli enti locali, con la possibilità di spalmare su più anni il peso degli investimenti, e rimettere così in moto qualche opera pubblica che ridarebbe fiato all'economia del territorio.