19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Referendum del 12 Giugno

Fra oggi e domani la decisione della Consulta

Da Quaranta neo Presidente mezzo via libera al quesito sul nucleare

ROMA - Arriverà fra oggi e domani la decisione sul quesito nucleare dei referendum del 12 e 13 giugno, da parte della Corte Costituzionale guidata dal neoeletto presidente Alfonso Quaranta. Scelto ieri con dieci sì e tre schede bianche, napoletano, magistrato del Consiglio di Stato e giudice costituzionale dal gennaio 2004, Quaranta è diventato presidente della Corte costituzionale al secondo tentativo, dopo la sconfitta per otto voti a sette incassata a dicembre 2010 da Ugo De Siervo. Quaranta, considerato «gradito» al centrodestra, in passato è stato chiacchierato per la vicinanza temporale fra la «promozione» di suo figlio ai vertici dell'Enac (nominato dal ministro Altero Matteoli) e il pronunciamento della Consulta sul conflitto fra la Camera e i magistrati di Livorno per un'inchiesta penale a carico dello stesso Matteoli.

La sua elezione, come ha commentato il neopresidente denunciando «inopportune interferenze esterne» sul voto, dovrebbe fare «giustizia di ogni illazione» su «una presunta politicizzazione della Corte». E tuttavia è sembrato un segnale politico di 'smarcamento' dal centrodestra la risposta che il neoeletto presidente ha dato a un cronista che gli ha chiesto se ritenga nei poteri della Corte bloccare il nuovo quesito referendario sul nucleare imposto dalla Cassazione: «Personalmente ritengo di no», ha azzardato, precisando che la decisione (fra domani e dopodomani) la prenderà la camera di consiglio dopo aver ascoltato le parti.

Ma arriverà il 6 luglio il primo vero test 'politico' sui nuovi equilibri della Corte: in quella data la Consulta dovrà decidere se ammettere il conflitto d'attribuzione sollevato dalla Camera contro i magistrati milanesi per il caso Ruby. E il collegio potrebbe essere ancora incompleto: oltre ai perduranti problemi di salute di Maria Rita Saulle, potrebbe mancare il quindicesimo giudice se il Parlamento, al quale oggi Quaranta si è appellato perché decida in fretta, non eleggerà nemmeno il 23 giugno il sostituto di De Siervo.