Fini: Impariamo da Cavour la «centralità» del Parlamento e l'equilibrio dei poteri
Convegno alla Camera con Napolitano e Gianni Letta
ROMA - Il carattere «dinamico» della «visione politica e istituzionale» di Camillo Benso di Cavour connotò «la cultura parlamentare della prima fase dello Stato unitario. Di quella cultura - ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini nell'intervento che ha pronunciato ad un convegno dedicato al padre dell'unità del nostro paese - l'Italia odierna è debitrice, nella coscienza che i principi della democrazia liberale, poi affermati nella loro pienezza dalla Carta del 1948, devono essere sempre sostenuti dall'impegno convinto e partecipe dei cittadini».
CONVEGNO ALLA CAMERA - «Ricordare oggi Camillo Benso conte di Cavour non è solo un atto di storiografia, ma un atto che ha un preciso significato di valore politico», ha detto Fini aprendo il convegno al quale hanno assistito, tra gli altri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, seduti in prima fila l'uno accanto all'altro.
«L'indipendenza è inseparabile dalla libertà, il valore della Nazione inseparabile dall'equilibrio tra i poteri, il sentimento patriottico inseparabile dai diritti democratici». Ha detto Fini, che, soffermandosi sulla «centralità del Parlamento nella visione politica e civile di Cavour», ha poi aggiunto: «E' un principio cardine che acquista oggi un significato ancora più forte e decisivo di quanto fosse al tempo di Cavour, che era il tempo dell'affermazione dei sistemi costituzionali costituzionali in molti Stati d'Europa e il tempo in cui il nostro Continente ancora non conosceva - come purtroppo avrebbe conosciuto molti anni dopo - l'orrore dei totalitarismi e le immani devastazioni di due guerre mondiali».