7 ottobre 2024
Aggiornato 03:30
Da Pd-Idv battaglia per il sì

Al referendum si vota anche per il nucleare

Il 10 kermesse in piazza a Roma. Pdl: «Libertà di voto». Sos per il voto all'estero

ROMA - Il tentativo dichiarato (da Silvio Berlusconi davanti a Sarkozy) del governo di evitare il referendum sul nucleare si è infranto contro la decisione della corte di Cassazione di accogliere il ricorso di Pd, Idv e Wwf contro la norma del decreto omnibus che prevedeva una moratoria per la costruzione di centrali: il 12 e il 13 giugno quindi i quesiti saranno quattro, contro l'atomo e il legittimo impedimento e due contro la privatizzazione della rete idrica. E, sull'onda dell'entusiasmo per la vittoria ai ballottaggi, Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro scendono in campo uniti per il sì lanciando una campagna che culminerà con una grande manifestazione il 10 giugno.

E' «una notizia eccellente», è stato il commento di Bersani che ha aggiunto: «I trucchi del governo sono stati ancora una volta smascherati. Il Pd, che ha sempre contrastato le assurde scelte del governo sul nucleare, è impegnato con tutte le sue forze a sostenere la campagna per il sì». Esulta anche Di Pietro: «Chi la dura la vince. L'Italia dei Valori ci ha creduto fin dal primo momento perché la legge è legge e nessuno può aggirarla soprattutto se si tratta di una legge costituzionale». Tuttavia, lo stesso Di Pietro, che prima delle elezioni amministrative individuava nei referendum una occasione di 'spallata' a Berlusconi, oggi ha invitato a «sberlusconizzare» la consultazione e anche a «sdipietrizzarla», a togliere cioè all'appuntamento del 12 e 13 giugno ogni cappello di partito perché «gli elettori devono andare a votare senza pensare che sia un voto di centrodestra o di centrosinistra».

Il Pdl annuncia che lascerà «libertà di voto perché - spiega Maurizio Lupi - non vogliamo caricare di nessuna portata politica il referendum». Ma per Gaetano Quagliariello «è paradossale che tutto questo venga salutato come un trionfo della democrazia».

Tace per ora la Lega nonostante qualche giorno fa il leader Umberto Bossi avesse definito «attraenti» i quesiti sull'acqua. Invita i propri elettori a recarsi alle urne l'Udc anche se, spiega il segretario Lorenzo Cesa, «su alcuni quesiti - certamente quello sul nucleare - molti di noi esprimeranno un parere negativo perché la politica non può farsi dettare l'agenda dalla demagogia e dagli stati d'animo». Divisione, tutt'altro che inedita, in Fli: da un lato Gianfranco Fini che ribadisce che andrà a votare, dall'altro Adolfo Urso e il 'padre' della legge sull'acqua che il referendum intende cancellare Andrea Ronchi.

Buone notizie per i referendari non solo dalla Cassazione ma anche dall'Authority per le comunicazioni che ha invitato la Rai a collocare i messaggi sui referendum in spazi che garantiscano «maggior ascolto».