30 luglio 2025
Aggiornato 23:30
Giornata «piena» per il Presidente a Firenze

Napolitano: Sento la fiducia della gente

«Non dare alle Camere un ruolo meschino. I nostri Parlamentari vanno riqualificati»

ROMA - La giornata fiorentina è piena e tra 'botta e risposta' con gli studenti, convegni e visite ai musei il messaggio che viene dalla città, dalla gente è uno: «Presidente non mollare, siamo con te». Glielo dicono gli applausi delle piccole folle che si radunano al suo passaggio, glielo dice piazza Ognissanti, dove c'è il suo hotel, invasa da palloncini tricolore e dagli sbandieratori fiorentini. A tutti Giorgio Napolitano risponde stringendo mani e salutando, ben al di là del protocollo previsto, e, davanti a un Salone dei Cinquecento gremito, confessa: «Faccio come posso quello che debbo, quello che devo fare secondo la Costituzione».

Il capo dello Stato ribadisce la consapevolezza della delicatezza della sua funzione, definita dal sindaco di Firenze Matteo Renzi «insostituibile». «Sento la responsabilità della fiducia che mi viene rivolta dagli italiani di tutte le tendenze politiche e di tutte le condizioni sociali» aggiunge il presidente, giunto al quinto anno del suo mandato con la missione di essere «super partes». Ma non mancano, anche oggi, i richiami alla politica, alla necessità di riforme che non scardinino lo Stato ma che lo rinnovino, a una maggiore rappresentanza femminile nelle istituzioni più alte.

Napolitano dialoga per oltre un'ora con gli universitari della facoltà Cesare Alfieri: parla a braccio e spazia dai temi della politica estera, con un deciso appello all'Ue che deve evitare i ripiegamenti in se stessa e fare «autocritica» alle questioni più squisitamente nazionali. E fa un paragone con la Gran Bretagna che la dice lunga. Cita lo «scandalo» in cui sono stati coinvolti alcuni politici inglesi per essersi approfittati di alcuni benefici. Un caso che lì «ha fatto scalpore» e che ha portato alle dimissioni degli interessati. «Ma - nota - noi abbiamo una scala di giudizio un po' diversa e per questo motivo tutto quel clamore ci può sembrare eccessivo...».

Severo, infine, il monito verso il Parlamento nazionale che, pur davanti a riforme federaliste, «non può ridursi a un esercizio povero o meschino delle sue responsabilità». Insomma, conclude il presidente, «c'è un problema di riqualificazione e rimotivazione dei Parlamenti nazionali e, se posso aggiungere, dei nostri parlamentari».