Il Pd al Senato presenta il piano «dote» di 27 mila euro
Finocchiaro: «E' questione prioritaria per garantire autonomia e libertà alle giovani generazioni»
ROMA - Una 'dote personale di cittadinanza' dalla nascita, in modo da assicurare al compimento dei 18 anni una somma di 27 mila euro vincolata all'assolvimento dell'obbligo scolastico e da utilizzare per avviare attività lavorative o di studio. E' questa l'idea principale di un articolato disegno di legge definito 'Piano nazionale per l'autonomia e la libertà delle giovani generazioni' che il gruppo Pd del Senato, prima firmataria la presidente Anna Finocchiaro, ha presentato oggi in una conferenza stampa a Palazzo Madama.
«La questione giovanile - ha spiegato Anna Finocchiaro - è uno dei sintomi preoccupanti dello stato di fermo in cui versa il Paese. Un Paese fermo, vecchio che in questi ultimi anni non ha rimosso le cause di staticità ma anzi le ha aggravate. Alle condizioni date, con il tasso di disiniquità generazionale che registriamo, tra 10 anni questo paese non avrà né classi dirigenti né cittadini e cittadine capaci di assumersi la responsabilità dell'Italia». E' per questo che, secondo Finocchiaro, servono «politiche globali che incidono strutturalmente su settori arretrati come il mercato del lavoro e il sistema del welfare» visto che «le giovani generazioni sono sottoutilizzate, penalizzate nell'acceso al lavoro e gravano sulle spalle delle famiglie che non sono piu' in grado di sostenere questo peso. Chi nasce oggi a fine vita avrà una pensione con una remunerazione al di sotto della soglia di povertà». «E' di questo - ha detto Finocchiaro - che dovremmo occuparci, non di altre scemenze».
Da qui la necessità di dar vita a un «Piano nazionale» fondato su un «patto intergenerazionale». Tra le proposte contenute nel pacchetto c'è anche la soppressione del ministero della Gioventù, perché, spiega ancora Finocchiaro «la questione giovanile non può essere considerata come marginale e settoriale. O il governo e il parlamento assumono questa questione come centrale e su quelle orientano politiche, rielaborano piani, fissano obiettivi, monitorano risultati e valutazioni di impatto nell'immediato e nel medio e lungo termine, oppure non si hanno politiche efficaci. E per far questo non credo che basti il ministero per le politiche giovanili, che è anche senza portafoglio».