29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Regolare le primarie per legge

Veltroni presenta ddl su primarie: A chi non le fa, metà rimborso

«Vogliamo rilanciare la forza e la grandezza della politica»

ROMA - Regolare le primarie per legge, prevedendo che i partiti che non le fanno ottengano solo la metà dei rimborsi elettorali previsti: è il senso di un disegno di legge presentato da Walter Veltroni, insieme a Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo, in cui si obbligano anche i partiti a dotarsi di uno statuto che rispetti alcuni requisiti minimi per quanto riguarda la democrazia interna. Veltroni ha illustrato la proposta insieme a Ceccanti e Vassallo, spiegando: «Le primarie sono l'idea di chi ama la politica, ma pensa che la politica abbia una sua forza intrinseca nella sua struttura programmatica e ideale». Più in generale, i partiti per accedere al finanziamento pubblico devono dotarsi di statuti che rispettino alcuni requisiti minimi di 'democrazia interna' fissati per legge; e per non perdere il 50% dei finanziamenti pubblici devono scegliere con le primarie i candidati alle cariche di governo elettive, come il candidato premier, presidente di Regione, Provincia e sindaco.

Partito «aperto» e «pesante» - «Sbaglia - ha aggiunto - chi pensa che più un partito è aperto, più è debole. Sono i partiti pesanti ad essere deboli: dobbiamo evitare che i partiti vengano sequestrati dalle correnti, che si costruiscano partiti divisi, mere federazioni di strutture organizzate. Questo ddl serve per rilanciare la forza e la grandezza della politica. I partiti sono uno strumento fondamentale, a condizione che siano aperti».

Quindi, Veltroni ha illustrato le tre linee guida del ddl: «Condizioniamo il finanziamento pubblico dei partiti all'adozione di determinate norme di trasparenza sulla vita interna; chiediamo che una quota del finanziamento venga destinata alla formazione dei ragazzi; imponiamo ai partiti di recepire nei propri statuti quel codice fissato dalla commissione antimafia (sulle incompatibilità per i candidati, ndr), attualmente assolutamente disatteso».