30 luglio 2025
Aggiornato 22:00
Unione Europea

Napolitano: Integrazione è garanzia per singoli Stati

Il Presidente della Repubblica: «La globalizzazione richiede una governance rinnovata e articolata. Sempre più necessaria, con riscontro positivo in opinione pubblica»

ROMA - «Una Unione Europea maggiormente integrata all'interno di uno scenario multipolare rappresenta un punto di forza per i singoli Stati membri ed è la miglior garanzia della continuità nazionale in un mondo globalizzato».

Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al convegno organizzato dall'Accademia di Danimarca in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Il capo dello Stato ha sottolineato come «all'alba del nuovo millennio dobbiamo confrontarci con sfide vecchie e nuove: crisi economico - finanziaria; disastri naturali; sconvolgimenti politici che scaturiscono dall'intento di porre fine a regimi chiusi e a vere e proprie tiranni». Un quadro che mette in discussione «la semplicistica visione secondo cui la globalizzazione sarebbe inevitabilmente sfociata dovunque in un lineare e idilliaco processo». Visione che «non è corretta, ma nemmeno lo è la tesi opposta, quella del fallimento della globalizzazione». Per Napolitano, «in realtà un mondo sempre più complesso ha bisogno di una governance rinnovata e articolata».

Italia e Danimarca trovano dunque «un forte denominatore comune nel multilateralismo che l'Italia repubblicana ha abbracciato con piena convinzione». E anche se Copenaghen procede ai suoi ritmi verso l'integrazione europea (a seguito di un referendum non aderisce all'area dell'euro), «questo non deve stupire - ha osservato il capo dello Stato - in un esercizio nel quale la dimensione sovranazionale si fonde con quella interna, toccando forti e legittime sensibilità nazionali che nessuna vera democrazia può ignorare».

Dunque «la scelta europea, oggi più che mai, deve essere una scelta effettuata con matura consapevolezza. Ogni passo sulla via dell'integrazione, che io ritengo sempre più necessaria, nella sfera monetaria e della politica economica ma anche in quella delle relazioni internazionali, deve poter trovare un riscontro positivo nel pubblico nazionale». E se questo «richiede tempo e leadership politica, ben vengano. L'integrazione europea non deve temere nè il dibattito nè lo scrutinio della società civile». Sono esigenze profondamente avvertite in Danimarca, e che vanno rispettate purchè non ostacolino il cammino più spedito di altri Paesi membri. Ci ritroveremo poi all'arrivo, nell'evoluzione complessiva del processo di integrazione europea». Sull'adozione dell'euro, in particolare, «non ho mai dubitato che l'introduzione della moneta unica debba passare attraverso un vaglio popolare, come in ciascun Pese si ritenga opportuno».
In ogni caso la Danimarca, ha sottolineato Napolitano, «contribuisce attivamente alla costruzione europea, per molti versi. In prima linea nella cooperazione internazionale allo sviluppo e nel progressivo allargamento dell'Unione Europea; dotata di una politica sociale verso i propri cittadini e gli immigrati regolare di notevole ampiezza e lungimiranza; caratterizzata da una società coesa e avanzata, in grado non soltanto di proteggere l'individuo ma anche di ricompensare i suoi meriti ed esaudire le sue aspirazioni».