Napolitano: «Avanti con il federalismo»
Il Quirinale chiede anche la riforma del Parlamento. Renzo Bossi ascolta in piedi l'inno: «C'era il Presidente»
ROMA - Il capo dello Stato oggi ha ricordato che dall'approvazione della Costituzione alla nascita delle Regioni «ci vollero 22 anni.
»Probabilmente - ha aggiunto - l'affermazioni del ruolo delle Regioni nella Costituzione rimase incerta e timida, ma pesò poi in modo particolare il successivo ritardo. Abbiamo iniziato la strada nel 1970 e l'abbiamo percorsa tra molte difficoltà e crescenti contraddizioni. Così è maturata la riforma del Titolo V della Costituzione, una svolta e una evoluzione più conseguente in senso federalista del sistema delle autonomie».
NAPOLITANO: DOBBIAMO ULTIMARE IL LAVORO FATTO PER IL FEDERALISMO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sottolinea la necessità di arrivare in fretta alla piena attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione sulle autonomie locali. «Adesso non possiamo concederci il lusso di lasciare il lavoro incompiuto e di non erigere un edificio solido ancora una volta», ha detto riferendosi alla nascita delle Regioni nel 1970.
LE GRANDI RIFORME DEVONO ESSERE CONDIVISE - Napolitano, ha auspicato la «massima condivisione» nel processo di attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione sulle autonomie locali. «Mi auguro che lo sforzo, che è già a buon punto, possa proseguire - ha detto durante l'inaugurazione del 'Palazzo Lombardia', nuova sede della Regione - e arrivare alla conclusione con la massima condivisione. E' la condizione perché il nuovo edificio possa poggiare su basi solide dando all'Italia una prospettiva in cui ci siano insieme unità e autonomia, come prevede la Costituzione, una prospettiva che possa essere coltivata dalle nuove generazioni».
ANCHE IL PARLAMENTO VA RIFORMATO - Per il presidente della Repubblica la riforma del Titolo V della Costituzione sulle autonomie locali porta con sè la necessità di una riforma delle grandi istituzioni centrali come il Parlamento. «Questa volta - ha detto il capo dello Stato- dobbiamo portare all'attuazione del Titolo V riformato della nostra Costituzione trovando le necessarie strade di equilibrio e la piena corrispondenza tra il ruolo dello Stato, il ruolo delle amministrazioni nazionali e delle grandi istituzioni come quella parlamentare, che a sua volta va riformata nella nuova prospettiva e nel ruolo delle Regioni, delle Province e dei Comuni».
RENZO BOSSI: DA NAPOLITANO UN DISCORSO POSITIVO - L'intervento sul federalismo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'inaugurazione del 'Palazzo Lombardia', nuova sede della Regione, è stato apprezzato anche da Renzo Bossi, consigliere regionale della Lega Nord e figlio del leader del Carroccio che sedeva tra il pubblico presente all'inaugurazione. «Il discorso del presidente - ha detto Bossi jr - è stato positivo perché ha parlato del 150.mo dell'Unità d'Italia e dell'applicazione del Titolo V della Costituzione in un'ottica federalista. Ora bisogna spingere perché questa sia attuata nei fatti. Il federalismo è la valorizzazione delle tipicità della storia italiana». Quanto alla sua presenza in piedi durante la solenne esecuzione dell'Inno nazionale Renzo Bossi ha risposto: «E' naturale che ci si alzi con l'Inno, c'era Napolitano».
A VARESE LA GENTE RECLAMA L’ESPOSIZIONE DEL TRICOLORE AL COMUNE - Centinaia di persone con le bandierine tricolori in mano attendono, dietro le transenne, l'arrivo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Varese, davanti alla sede comunale di Palazzo Estense. Dopo l'arrivo, previsto per le 11, il capo dello Stato incontrerà le istituzioni a Palazzo Estense e saluterà le scuole cittadine nel cortile d'onore del Municipio. Napolitano sarà accolto dal sindaco di Varese Attilio Fontana (leghista) e dai membri della giunta.
Prima dell'arrivo del corteo presidenziale la folla ha iniziato a rumoreggiare perché il Comune ha esposto una sola bandiera Tricolore: «Vergogna, vergogna, esponete il Tricolore». Un gruppo di persone ha anche invitato gli esponenti leghisti a togliersi il fazzoletto verde dal taschino della giacca. Un'ovazione ha salutato poi l'esposizione di una bandiera italiana da parte di un'impiegata.