19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Crisi libica

La Russa: Non escludiamo un voto in Parlamento

Il ministro della difesa: «Non vedo grandi divisioni nella maggioranza». Calderoli: «Non vorrei che La Russa da ministro della Difesa diventasse ministro della guerra»

ROMA - «E’ opportuno un voto parlamentare sulla missione contro il regime di Muammar Gheddafi, come richiesto da alcuni esponenti della Lega Nord?», hanno chiesto i giornalisti al ministro della Difesa che entrava a Palazzo Chigi per il Consiglio dei Ministri straordinario sulla Libia.
«Adesso valuteremo», è stata la risposta di La Russa.

LA RUSSA: LA LEGA NON HA FRAPPOSTO OSTACOLI ALLA MISSIONE - «Non vedo grandi divisioni nella maggioranza» a proposito della missione militare occidentale in Libia: è quanto ha spiegato il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
«Tengo a precisare che la Lega non ha frapposto ostacoli. C'è la necessità di verificare un percorso migliore», ha commentato il ministro, facendo implicito riferimento a un eventuale voto in parlamento.
«La Lega sa che nessuno ha deciso a cuor leggero di partecipare a un'azione» militare «per salvaguardare il popolo libico», ha commentato ancora il ministro.

CALDEROLI DICE NO AD UN INTERVENTO NEO COLONIALISTA - La Lega dice no ad un intervento in se neo-colonialista e chiede comunque un voto del Parlamento. Lo ha detto Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, a Repubblica.

AVEVAMO AVUTO GARANZIE CHE PRIMA SCI SAREBBE STATO UN PASSAGGIO PARLAMENTARE - «La Lega dice intervento sì, ma come? In Parlamento avremmo chiesto quei caveat che oggi qualche ministro dice non esserci e avremmo votato dei documenti» ha sottolineato Calderoli ricordando che venerdì, in Consiglio dei ministri, «avevamo avuto garanzia ce prima di qualsiasi azione ci sarebbe stato un passaggio in Parlamento e non solo nelle commissioni».

LA LEGA CHIEDE GARANZIE SUL PERICOLO ESODO - La Lega, ha aggiunto il ministro, vuole «assicurare che questa resti un'operazione umanitaria e non solo colonialista mentre ora la risoluzione dell'Onu non è del tutto coincidente con quello che stanno facendo: c'è modo e modo di tutelare i diritti umani, vediamo di non esagerare». Il punto è che «ci dobbiamo difendere dagli attacchi terroristici e non ci vuole niente che qualche barca vada in Francia o Inghilterra a portargli qualche turista».
Tutti argomenti che saranno affrontati oggi in Consiglio dei ministri, presente anche Ignazio La Russa: «Continuo ad auspicare che il ministro della Difesa non diventi un ministro della Guerra».

FRATTINI: AUSPICO CHE TORNI LA COLLABORAZIONE CON LA LEGA ARABA - «Confido che nelle prossime ore si ripristini un rapporto di collaborazione» con la Lega Araba che «per noi è assolutamente necessario». Lo ha dichiarato ai microfoni del GR Rai il ministro degli Esteri Franco Frattini.
L'organizzazione guidata dall'egiziano Amr Moussa, ha fatto notare Frattini, ha del resto «criticato le modalità» dell'intervento internazionale, «in particolare della prima fase dell'attacco francese, ma non ha criticato la decisione presa» in sede di Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

OGGI A BRUXELLES LA RIUNIONE DEI MINISTRI DEGLI ESTERI DEI 27 - Oggi il titolare della Farnesina è a Bruxellles, dove parteciperà a un'importante riunione dei capi delle diplomazie dei Ventisette; per questo non sarà presente al Consiglio di ministri straordinario dedicato alla crisi libica. Rispetto alle minacce di Gheddafi, ha sostenuto Frattini nell'intervista radiofonica «non dobbiamo lasciarci intimidire». «L'Italia è tra gli altri paesi, le minacce sono ai paesi che per primi hanno sferrato l'attacco, anche all'Italia ovviamente, che non poteva non seguire la coalizione internazionale» ha osservato il ministro.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI: NON DOBBIAMO LASCIARCI INTIMIDIRE DA GHEDDAFI - «Evidentemente - ha proseguito - le minacce di Gheddafi non sono venute fuori ieri, avevamo sentito minacce di ogni tipo ma avevamo sentito (da parte del regime di Tripoli, ndr) anche la dichiarazione solenne di un cessate il fuoco, e poi si è visto che anche in questo» il rais «non aveva detto la verità». «Noi non dobbiamo lasciarci intimidire - ha detto ancora Frattini - lo ha detto il capo dello stato, io mi limito ad aggiungere la mia parola a quella del presidente Napolitano». «L'intera comunità internazionale - ha concluso il ministro - ritiene che Gheddafi abbia perso ogni legittimità internazionale, e che quindi si debba fare da parte».