19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Milano

Tettamanzi compie 77 anni, rush finale su successione

«La Giustizia è il sale della Democrazia». Questa sera il Cardinale presiede la via crucis con la reliquia del Santo chiodo e la croce di San Carlo

ROMA - Questa sera presiederà la consueta Via crucis con la reliquia del Santo chiodo e la croce di San Carlo.
Il cardinale Dionigi Tettamanzi oggi compie 77 anni. E' scaduta, così, la proroga di due anni che il Papa gli aveva concesso come arcivescovo di Milano. La nomina del suo successore potrebbe essere imminente o avvenire tra qualche mese. Nella curia milanese, intanto, tutto procede come sempre.
Questa sera, come ogni Quaresima, il porporato che guida l'arcidiocesi ambrosiana dal 2002 sfilerà per il centro di Milano - piazza della Scala, largo Mattioli, piazza Meda, e corso Vittorio Emanuele - per poi recarsi in duomo per il suggestivo rito dell'imposizione delle ceneri. Per il 77esimo compleanno sono giunti a Tettamanzi gli auguri del sindaco di Milano Letizia Moratti e del governatore della Lombardia Roberto Formigoni.

Come diceva Sant'Agostino, anche la Chiesa ha bisogno di una sua quotidiana purificazione. La tentazione non riguarda solo il singolo, ma l'intera comunità», ha detto Tettamanzi in un'intervista pubblicata oggi su Repubblica. «E la Chiesa, talvolta, corre il rischio di adattarsi a una situazione data, anziché seguire il dettato evangelico. Quasi che si trattasse di qualcosa di irraggiungibile, che sta al di sopra delle nostre umane possibilità. Ma noi dobbiamo pensare a Cristo: quello è il nostro modello, quella la nostra legge. Quella la strada lungo cui camminare». In particolare, afferma il porporato, «a me preme molto la parola sobrietà. Perché l'eccesso e il successo, spesso e volentieri intrecciati tra loro, ormai prevalgono regolarmente sulla misura. Eppure la misura è l'unica realtà che soddisfa l'individuo, creando uno spazio di autentica attenzione verso l'altro. Tali modelli di comportamento, spesso inutilmente invocati per chi riveste posti di responsabilità, sono invece molto più diffusi di quanto non si creda tra la gente comune.
C'è tutto un mondo che purtroppo non riesce a esprimersi con la propria voce, capace di atti piccoli ma a modo loro prodigiosi.
Se quei segni di speranza fossero maggiormente conosciuti, ne trarremmo tutti un grande beneficio. Tanti anni fa, nel mio discorso di insediamento alla diocesi di Milano, ho parlato dei diritti dei deboli, che non sono affatto diritti deboli. Il sale della democrazia è la giustizia. Ogni tanto sarebbe opportuno ricordarlo».

Tra i nomi più accreditati per succedere a Tettamanzi quelli del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, e del card. Angelo Scola, patriarca di Venezia.
Questa settimana, peraltro, Ravasi presenterà in Vaticano l'iniziativa di dialogo con i non credenti 'Il cortile dei gentili', che prenderà il via a Parigi a fine mese. Il terzo nome individuato nella 'terna' compilata dal nunzio apostolico in Italia in seguito ad una vasta consultazione sotto segreto pontificio sarebbe quella del vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio. La scelta di un vescovo, ad ogni modo, è sovrana, e il Papa può, di conseguenza, scartare la terna che gli viene e scegliere un 'outsider', come avvenne, proprio per Milano, quando nel 1979 Giovanni Paolo II nominò arcivescovo il gesuita Carlo Maria Martini. Da oggi, ad ogni modo, ogni giorno è buono per la decisione papale. E non è escluso che l'attesa sarà lunga. Se la scelta cadesse su Scola, è plausibile che la nomina avverrebbe solo dopo la visita che il Papa compirà a Venezia e Aquileia il sette e otto maggio.