3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Affittopoli

PD: «Le aste erano in regola, ecco le carte»

Il partico convoca nuovamente la stampa per replicare alle accuse: «Votata all'unanimità la delibera del 2004 sulla vendita di immobili»

ROMA - Le aste erano in regola e trasparenti, non c'è stata alcuna svendita del patrimonio immobiliare del Comune di Roma, né favoritismi nei confronti di conoscenti o parenti. Il Pd convoca nuovamente la stampa per replicare alle accuse nei confronti della giunta guidata da Walter Veltroni.

CAUSI - Nella sede nazionale del partito a largo del Nazareno i parlamentari Walter Verini, Marco Causi, Raffaele Ranucci, Roberto Morassut, insieme al segretario di Roma Marco Miccoli hanno consegnato ai giornalisti una documentazione contenente le norme sulle modalità di vendita dei 179 appartamenti attraverso cinque aste, la delibera approvata all'unanimità dal Consiglio comunale nel novembre del 2004, i criteri fissati per la stima del valore degli immobili e anche una copia del verbale di chiusura di una delle aste pubblicato in Gazzetta ufficiale, «a dimostrazione che erano aste vere, presiedute da un notaio e che hanno fruttato il 50% del valore di base di vendita». «Sfido chiunque a presentare una procedura di vendita di immobili pubblici così trasparente e veloce come quella fatta dal comune di Roma nel 2005-06 - ha detto Causi che all'epoca era assessore al Bilancio - tanto che è stata l'unica cartolarizzazione che ha avuto il voto favorevole anche di An e Rifondazione comunista».
Causi parla anche della vicenda del figlio del ministro Vincenzo Visco, Gabriele, accusato di aver acquistato una casa a prezzo di favore. «Si cerca di sostenere che ha ottenuto informazioni - spiega Causi - ma se così fosse perché non ha partecipato all'asta per quella casa, che invece andò deserta? Avrebbe pagato quasi duecento euro di meno perché il prezzo di base di quell'asta era 770mila euro e invece il figlio dell'ex ministro la acquistò a 910mila euro, in cosa quindi sarebbe stato avvantaggiato?».

PD - Per il Pd questa campagna contro le giunte di centrosinistra è il frutto di «una macchina del fango che punta a coprire il fallimento politico e morale della giunta Alemanno e serve a diffondere l'idea che siamo tutti uguali - ha aggiunto Verini - ma noi diciamo che non siamo affatto tutti uguali, da parte nostra c'è stata trasparenza e rispetto delle regole e non accettiamo lezioni da chi ha tanti collaboratori in galera e ha fatto strame di ogni regola nelle assunzioni nelle aziende municipalizzate. C'è una differenze antropologica dal punto di vista politico tra il centrosinistra che ha cambiato Roma e questa gente che è salita in Campidoglio facendo il saluto romano».