23 agosto 2025
Aggiornato 10:00
RAI | Palinsesti primaverili

Ferrara ritorna dal 14: Radio Londra «contro le ipocrisie»

Una striscia quotidiana di approfondimento dopo il Tg1 delle 20: «Non sono il consigliere del Premier, offro consigli a politica»

ROMA - Torna in Rai dopo vent'anni, con un programma nato per Mediaset - Radio Londra - di poco più giovane. Un ritorno contestato, quello di Giuliano Ferrara, che sull'inchiesta Ruby difende a spada tratta il Cavaliere con una crociata contro il «neo-puritanesimo»: fatta sul Foglio, il giornale fondato nel '96 con l'allora seconda moglie del premier, Veronica Lario - e da allora diretto. Ma anche in piazza a Milano e in Tv, proprio al Tg1. Una difesa dichiarata e una battaglia «contro le ipocrisie», dice oggi il giornalista a Repubblica.

Per lui il Dg Rai Masi ha proposto, con modifica dei palinsesti primaverili di cui oggi il Cda ha preso atto, due anni con l'opzione del terzo, per un compenso totale di circa un milione e mezzo di euro. Nei prossimi giorni la probabile presentazione alla stampa, poi si parte da lunedì prossimo, 14 marzo. Una striscia quotidiana di approfondimento dopo il Tg1 delle 20. La stessa edizione nella quale, ospite in studio il 10 febbraio, ha attaccato chi vuole «abbattere Berlusconi per via extra parlamentare». Subito dopo la manifestazione al Dal Verme di Milano Tutti in mutande «contro i puritani del Palasharp» ovvero Umberto Eco, Roberto Saviano e tutti coloro che una settimana prima avevano criticato lo stile di vita del Cavaliere. Da quel palco l'esortazione, per Berlusconi, a ritrovare lo spirito battagliero del '94 - non a caso citato dal Cavaliere dopo pochi giorni - e l'attacco a chi mescola «reati e peccati»: è questo, per Ferrara, «il vero scandalo».

Ora il ritorno in tv dopo il successo di Otto e mezzo, da lui condotto nella prima edizione su La7 con Ritanna Armeni, modello di doppio conduttore che il Pdl amerebbe introdurre in Rai specie in certi talk show. E ritorno in Rai con Radio Londra, nato per Canale 5 all'inizio degli anni '90 poi passato a Italia Uno. In quella fascia oraria di punta e delicatissima, che fu di Enzo Biagi con il Fatto, ma anche di Pier Luigi Battista ed altre firme del giornalismo italiano. Uno spazio nel quale, dice oggi il direttore del Foglio, «spero di fare polemica, di rompere la cappa di ipocrisia, di dispiacere a certi giornali, a certi commentatori». Credibile da consigliere del premier? «Non sono il consigliere di Berlusconi. Faccio un giornale, scrivo dei commenti e in questo do consigli alla politica». E il pranzo a Palazzo Grazioli con altri direttori tra cui Sallusti del Giornale? «Posso andare a pranzo con chi mi pare».