20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Federalismo

Parte confronto su fisco regionale. Pd: Da riscrivere

Bossi apre: «Studieremo loro proposte». E sempre oggi si terrà l'incontro tra governo e Regioni per cercare di sbloccare l'impasse

ROMA - Parte il confronto sul fisco regionale e i costi standard sulla sanità, con il Pd che boccia senza appello il decreto del governo e propone dodici modifiche sostanziali. La prima risposta di Umberto Bossi è conciliante: «Studieremo le loro proposte», dice il leader della Lega. Anche se ancora non c'è un'intesa sulla proroga dei tempi per l'esame del decreto da parte della Bicamerale per il federalismo: in teoria tutto si dovrebbe concludere entro venerdì, ma per il Pd «è scontato» che si dovrà sfruttare la possibilità di prorogare per 20 giorni come previsto dalla legge. Deciderà l'ufficio di presidenza della Bicamerale convocato per oggi.

E sempre oggi, probabilmente nel tardo pomeriggio, si terrà l'incontro tra governo e Regioni per cercare di sbloccare l'impasse. I governatori chiedono all'esecutivo il rispetto «con atti concreti» dell'accordo siglato nel dicembre scorso, che legava il sì delle regioni al decreto all'impegno del governo sul trasporto pubblico locale e sugli effetti dei tagli dell'ultima manovra economica. Calderoli assicura: «Da parte del Governo c'è assoluto rispetto del patto». Al tavolo convocato dal ministro Raffaele Fitto il compito di sbrogliare la matassa.

OPPOSIZIONI - Ma anche se dovesse andare a buon fine il confronto con le Regioni, il governo dovrà comunque fare i conti con le opposizioni, che in Bicamerale conservano ancora quel 15 a 15 che il mese scorso comportò la bocciatura del decreto sul fisco municipale. «Il Parlamento nazionale non è tenuto a ratificare gli accordi tra governo e Regioni», chiarisce il democratico Marco Causi, presentando il corposo pacchetto di modifiche che sostanzialmente riscriverebbe il decreto. Dodici punti, dodici proposte per rendere il decreto sul fisco regionale e la sanità coerente con «il vero federalismo» e non solo una riforma «di facciata» che peraltro - avverte il Pd - rischia di «devastare» il sistema fiscale e quello del welfare.

CONFRONTO SENZA PREGIUDIZIALI - Il Pd chiede un'addizionale Irpef che non incida su progressività e scaglioni; di fissare nel decreto l'aliquota di equilibrio per l'addizionale Irpef; di definire i Livelli essenziali di prestazione (Lep) per assistenza, istruzione, trasporto pubblico e fondi perequativi per questo tipo di spese; un'Irap più manovrabile ma senza innescare «pericolosa concorrenza» tra regioni; infine, più risorse per le Città metropolitane e il coordinamento con il fisco municipale. Su questi temi, i Democratici si dicono pronti a un confronto «senza pregiudiziali» e «tutto sul merito». Se l'esito sarà positivo, il voto del Pd sarà un sì senza riserve. Altrimenti il no sarà altrettanto netto: «Non è più tempo di astensioni».