Di Pietro: Compravendita di parlamentari sia reato
Il Leader Idv in Aula alla Camera: «Qui è il mercato delle vacche»
ROMA - «In questo Parlamento si stanno commettendo dei reati gravissimi che non sono considerati tali solo perché non è ancora reato la cosiddetta corruzione parlamentare e perché non viene ratificata una norma prevista da una direttiva europea sulla corruzione». E' quanto ha denunciato il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, intervenendo nell'aula di Montecitorio, durante la dichiarazione di voto finale, per spiegare «le ragioni etiche» del no del suo partito al Milleproroghe. «Mi spiegate - ha aggiunto - per quale ragione per ottenere la maggioranza in Parlamento pagate 150 mila euro a deputato per poterne avere uno in più? Questa non è una maggioranza parlamentare, è un mercato delle vacche».
«Noi - ha detto riferendosi al Milleproroghe - siamo contro questo provvedimento anche perché non crediamo in questo presidente del Consiglio. Un premier, che invece di fare leggi per gli interessi degli italiani, occupa il Parlamento per fare norme che servono solo a lui. Quello che il presidente del Consiglio chiama processo breve, in realtà è una prescrizione breve, mentre, quel che lui chiama legge sulle intercettazioni, serve ad impedire che si utilizzino gli strumenti di indagine per scoprire chi commette reati. Questo Parlamento dovrebbe occuparsi di politica estera, di economia, di tutti i giovani che non hanno lavoro e delle ditte che stanno chiudendo, dovrebbe occuparsi di politica fiscale e di tutte le diseguaglianze che ci sono, oltre che del recupero dell'evasione. Invece le Camere sono costrette ad occuparsi solo dei guai di Berlusconi».