Capezzone: Fini dal bunker offende la Camera, precedente grave
Il portavoce del PDL: «Partigiano e fazioso, ormai parla come Di Pietro»
ROMA - Dal Pdl ancora attacchi al presidente della Camera. «A maggior ragione dopo aver ascoltato Gianfranco Fini da Michele Santoro, è ormai chiaro - ha affermato il portavoce del partito Daniele Capezzone - che Fini è chiuso in un bunker, senza prospettive e senza ragionevolezza, e parla come Di Pietro. Con la differenza che a Di Pietro va riconosciuta la nettezza e la chiarezza di una posizione ormai storica. Invece, Fini si arrampica sugli specchi, ma ormai non può più nascondere che la sua unica bussola è l'antiberlusconismo, una ostilità ormai personale, livorosa e ossessiva alla persona del Premier, in una partita che Fini gioca (e perde) senza scrupoli sulla pelle del Paese».
«E che questo avvenga da parte di qualcuno che, come presidente della Camera, dovrebbe essere impegnato a svolgere un ruolo super partes, rende tutto - ha insistito Capezzone - ancora più grave. Fini sta realizzando un precedente gravissimo: dopo di lui, ogni carica istituzionale potrà invocare il caso Fini come un precedente per giustificare qualunque atto partigiano e fazioso. E Fini non può cavarsela dicendo che la sua imparzialità deve limitarsi alla gestione dell'Aula: è inaccettabile che la terza carica dello Stato abbia usato la sua poltrona per condurre scissioni, attaccare un Governo, ospitare nei suoi uffici riunioni ribaltoniste, condurre ogni giorno polemiche laceranti. O pensa che gli italiani non abbiano capito come lui ha agito in questi mesi? Se davvero pensa questo - conclude il portavoce del Pdl - sottovaluta e offende l'intelligenza degli elettori».